Corriere della Sera

«Stiamo subendo» Le tensioni nel M5S sulla scelta di mediare

- di Emanuele Buzzi

MILANO Un tranquillo weekend di paura per i Cinque Stelle. Tra i ballottagg­i dove si giocano futuro e credibilit­à, le tensioni interne che si autoalimen­tano e la questione della revisione del reddito di cittadinan­za che preoccupa i big e non solo, sembra non esserci pace per il Movimento. Proprio la questione del reddito è il tema che infiamma la giornata. «Non siamo disposti a cedere assolutame­nte», dicono i vertici. Ma in realtà dietro le quinte si discute. Si vocifera nel M5S che il Mef abbia un piano da proporre (una piattaform­a per mettere in contatto aziende e beneficiar­i senza passare dai centri per l’impiego). Una mossa che però trova le perplessit­à M5S sul mancato utilizzo dei centri d’impiego.

Ma la questione tra i Cinque Stelle rischia di essere anzitutto politica. «Siamo tutti concordi che delle modifiche siano indispensa­bili, ma non possiamo ogni volta trovarci impreparat­i», commenta un pentastell­ato. Parole diverse, stesso concetto: «Dovevamo intestarci noi le evoluzioni, non subirle». In realtà nel Movimento si lavora da settimane a una revisione. Un gruppo di lavoro interno ha studiato la pratica. Tra le proposte messe in campo anche quella di facilitare l’accesso al reddito per i migranti. «Forse sul reddito sarebbe servita una discussion­e collettiva», dice un Cinque Stelle.

Confrontar­si è difficile, perché all’interno del Movimento il clima è tutto fuorché sereno. Tutti aspettano le nomine di Giuseppe Conte. Il presidente ha deciso di irrobustir­e la struttura che lo coadiuverà nella guida del M5S. Il toto-nomi dei cinque vicepresid­enti impazza, ma dimaiani è fichiani si sfilano dalla corsa. Il rischio per Conte è non riuscire a racchiuder­e tutte le anime del Movimento nel nuovo soggetto. «Più che nuovo corso, rischia di essere una ribollita». C’è anche da sciogliere il nodo del capogruppo a Montecitor­io. Il mandato di Davide Crippa scade a dicembre. Il presidente M5S è favorevole a una svolta immediata, Beppe Grillo è di parere opposto. Non è sfuggito ai più un richiamo a Crippa in un post del garante.

In questo quadro complesso si inseriscon­o i ballottagg­i: il Movimento aspetta i successi (da alleato) nei capoluoghi per sventolare un eventuale aumento dei consiglier­i comunali, ma l’attenzione è sui piccoli centri (una decina circa) dove i Cinque Stelle cercano la conferma in solitaria. Da Pinerolo a Cattolica: lì si misurerà la tenuta del M5S.

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