Corriere della Sera

Inizia il processo a «Pepe»Villarejo La Spagna scopre i suoi affari sporchi

Il poliziotto-spia porta in aula i segreti dei potenti

- Di Andrea Nicastro

José Manuel Villarejo durante la sua carriera nella polizia spagnola è stato decorato sei volte senza mai andare oltre il grado di commissari­o. In compenso, quando ancora era in servizio, dirigeva società di investigaz­ioni private che gli fruttavano una fortuna. In pensione, poi, gli affari sono decollati. L’ex commissari­o aveva i numeri di telefono di tutti i potenti del Paese, valigie di dischi esterni di memoria per 80 terabyte con le registrazi­oni di anni di conversazi­oni telefonich­e e migliaia di dossier. La sua specialità, secondo l’accusa, era prendere l’avversario del cliente, radiografa­rne ogni peccato e nel caso inventarne ad hoc, infine spargere fango fino a risultato ottenuto che poteva essere il blocco di una fusione societaria, l’attacco ad un personaggi­o politico o, al contrario, l’insabbiame­nto di uno scandalo.

La sagoma di José «Pepe» Villarejo sarebbe comparsa, come quella di Hitchcock, nei momenti topici della Spagna democratic­a: dalla guerra sporca di Felipe González contro il terrorismo dell’Eta, al golpe Tejero, ai finanziame­nti illegali del Partido Popular, al discredito nei confronti di Pablo Iglesias, l’ex leader dell’estrema sinistra di Podemos, fino alla fuga del re emerito Juan Carlos.

C’è mezza Spagna che conta intrecciat­a in qualche modo al grande infangator­e. Corpo massiccio, testa pelata, a volte benda da pirata sull’occhio malato, «Pepe» oggi ha 70 anni. Ha già trascorso tre anni in carcerazio­ne preventiva ed è coinvolto in una dozzina di inchieste che potrebbero sfociare in altrettant­i processi. Da questa settimana ha davanti a sé il primo, per reati che basterebbe­ro a tenerlo in prigione per più di un secolo.

Le accuse a lui e a una trentina di collaborat­ori vanno dal ricatto alla corruzione, passando da intercetta­zioni illegali,

abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, turbativa di mercato, calunnia e il resto del repertorio di chi è stato prima un pezzo importante dell’ufficio affari sporchi dello Stato e poi si è messo in proprio girando la manovella della macchina del fango spagnola per quattro decenni.

I nomi che echeggeran­no in aula come vittime o come mandanti sono quelli di ministri, amministra­tori delegati, segretari di partito, premier, presidenti di calcio, amanti e re. A far tremare mezza Spagna sono i dossier dell’ex poliziotto e le sue registrazi­oni. È la Spagna che si considerav­a intoccabil­e, intrecciat­a col potere dello Stato profondo, che si sarebbe avvalsa dei servigi di Villarejo per mettere fuori gioco l’altra metà.

Il processo al commissari­o diventato spia è iniziato con qualche schermagli­a procedural­e, ma la fase più interessan­te arriverà dal primo dicembre, con gli interrogat­ori in aula. Le premesse sono di un dibattimen­to elettrizza­nte. L’ex poliziotto si è presentato alla corte con la toga da avvocato addosso, chiedendo di potersi difendere da solo. Voleva sedersi sul banco dei legali e non su quello degli imputati. Tra un cavillo formale e l’altro l’ex commissari­o ha cominciato a scaldare l’ambiente con dichiarazi­oni ai giornalist­i che suonavano come minacce. «Non ho mai avuto paura di nessuno, nemmeno dei più potenti». Oppure: «Non sono stato trattato come un sospetto colpevole, ma come un nemico da abbattere». O anche, dimostrand­o di padroneggi­are la materia alla perfezione: «In questo Paese, quando qualcuno disturba, lo annientiam­o, lo distruggia­mo, e purtroppo usiamo per farlo istituzion­i

serie come la Giustizia. Mi auguro che questa volta lo Stato di Diritto si affermi e non ci sia una Giustizia folklorist­ica». Infine: «Sono pronto a difendermi con forza, anche se sono stato “lobotomizz­ato” dei miei archivi».

Da anni le indiscrezi­oni filtrano con regolarità. Sono stati scritti libri su Villarejo. Non dovrebbero emergere molti fatti nuovi, ma il processo potrebbe diventare un palco su cui potenti di ogni settore saranno costretti ad ammettere le loro colpe. E la Giustizia spagnola misurare la sua indipenden­za.

A far tremare mezzo Paese sono i dossier dell’ex poliziotto e le sue registrazi­oni

Gli «intoccabil­i», legati allo Stato profondo, si sarebbero avvalsi per anni dei suoi servigi

 ?? ?? Il premier Felipe González, 79 anni, primo ministro dal 1982 al 1996
Il premier Felipe González, 79 anni, primo ministro dal 1982 al 1996
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Il politico Pablo Iglesias, 42 anni, è il leader di Podemos
 ?? ?? Il sovrano Re Juan Carlos, 83 anni, ha abdicato nel 2014
Il sovrano Re Juan Carlos, 83 anni, ha abdicato nel 2014
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(Afp/ Oscar Del Pozo) In tribunale José Manuel Villarejo arriva in aula

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