Corriere della Sera

«Aurelio Rossi, avvocato-ufficiale che amava l’Africa»

- Giancarlo Vallone

Aurelio Rossi nasce a Roma il 15 gennaio 1898, da una famiglia originaria di Monte Vidon Combatte (Fermo). Il padre, Francesco, abita nella centraliss­ima piazza Pasquino, dove possiede un negozio di stoffe. Aurelio è volontario (maggio 1916) nella Grande guerra e diviene ufficiale degli Arditi meritando tre medaglie d’argento al valore. Studia giurisprud­enza e sarà avvocato penalista d’un certo nome, e autore di alcuni scritti molto tecnici. Presto matura il suo amore per l’Africa; e lui stesso nel 1931 ricorda i suoi sei viaggi africani tra il 1921 e il 1930. Sono viaggi di avventura, per cacce ed esplorazio­ni, e appunto nel 1931 li descrive in un volume Tra elefanti e pigmei della Mondadori (tradotto in seguito in tedesco). In Africa è spesso con Vittorio Tedesco Zammarano, anche lui militare ed esplorator­e. Insieme girano il cortometra­ggio, d’un certo successo, «Hic sunt leones» (1923). È ancora volontario nel 1936, in Etiopia, con una medaglia di bronzo; e raccoglie memorie di caccia e di guerra in un testo litografat­o, Femmine di colore, che sarà edito solo nel 2011 da Mursia. Poi l’altra guerra; è ancora volontario, prima sul fronte greco, poi come maggiore, nel IX battaglion­e del 187° reggimento della divisione Folgore. Muore nella prima fase della battaglia di El Alamein (Alam el Halfa) il 4 settembre 1942 o perché, ferito, rifiuta di sottrarsi allo scontro (così la motivazion­e della medaglia d’oro) o perché (secondo testimoni) falciato su un carro inglese che tenta di far saltare.

Il lettore segnala la storia di Aurelio Rossi che perse la vita nella battaglia di El Alamein. Per il suo valore militare ha ricevuto anche una medaglia d’oro

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