Confindustria: l’Italia accelera, livelli pre-crisi a metà 2022
L’economia italiana tornerà sopra i livelli pre-crisi nella prima metà del 2022, in anticipo rispetto alle attese. Questa la previsione contenuta nel rapporto d’autunno del Centro studi Confindustria. Il Pil quest’anno crescerà del 6,1%, seguito da un ulteriore +4,1% nel 2022. Un +10% nel biennio che permette di recuperare e superare il -9% del 2020. Quando il rimbalzo sarà completato, però, verrà il difficile. E cioè: mantenere un ritmo di crescita dello 0,7% a trimestre, ben superiore al +0,3% medio registrato nel periodo 2015-2018. Come? Al momento la crescita è trainata dagli investimenti (+17% il valore atteso nel 2022 rispetto ai livelli precrisi). Stentano i consumi. Migliorano, ma non abbastanza da
+2% la previsione migliorativa della crescita nel 2021 secondo il Centro studi Confindustria: il rimbalzo del Pil sarà del 6,1%
-9% il crollo del Pil nel 2020 per effetto delle misure restrittive imposte per frenare la circolazione del virus
recuperare il -10,7% del 2020: il Csc si aspetta un +4,3% nel 2021 e un +3,5% nel 2022. Senza i consumi interni la ripresa rischia di non tenere il passo. Anche da questa consapevolezza deve essere scaturita nei giorni scorsi la presa di posizione del presidente di Confindustria Carlo Bonomi a sostegno di un taglio del cuneo fiscale. Non si tratta dell’unica istanza di Confindustria in vista della prossima legge di Bilancio.Anche perché il governo dovrebbe avere il margine — secondo il Csc — per una manovra espansiva da 22,7 miliardi. «Si intervenga sull’Irap per alleggerirla — ha auspicato tra le altre cose Bonomi — e, se le risorse non fossero sufficienti per un intervento significativo, il taglio del cuneo lato imprese lo si faccia riducendo i contributi».