Corriere della Sera

Passionale Fanny Ardant

La star francese a Roma presenta il film «Les jeunes amants» L’attrice: «Una donna non deve avere il permesso dalla società per amare un uomo più giovane»

- Valerio Cappelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ROMA «Non abbiamo futuro, cosa ci trovi in una della mia età?». Amore a prima vista tra una donna di 70 anni, e un uomo di 45, felicement­e sposato con una sua coetanea.

Lei è Fanny Ardant col suo carisma potente e fragile e un mistero che non tramonta nello sguardo, raffinata e indipenden­te, architetto in pensione che ha archiviato la sua vita sentimenta­le; lui è Melvil Poupaud, un medico intelligen­te, affidabile. Sua moglie è Cécile de France, nel pieno della sua bellezza matura. Per lei quel tradimento è inimmagina­bile. Dopo la sua fragoroDic­e sa risata, che contiene il senso di ridicolo e irrealtà per il fulmine che distrugge la sua famiglia, «si mostra generosa, coraggiosa», dice Fanny. Caro marito, va’ dove ti porta il cuore, quella donna ha bisogno di te: «È una dichiarazi­one d’amore per il marito, lo lascia andar via». Quei due respirano la stessa aria.

Les jeunes amants di Carine Tardieu è il melodramma che scuote la Festa del cinema. Fanny lo riassume a meraviglia: «Lei non sa se è innamorata, poi lo sa, lotta contro il fatto di esserlo. E finalmente si tuffa. È un incontro di due anime, una grande storia comincia da lì. Non c’è niente di sessuale». Non pensava di essere «la persona giusta per questo ruolo. Non mi piace il mio corpo e temevo che la regista volesse mostrarlo, non l’ho mai fatto nemmeno da giovane, il film sarebbe stato sepolto dal voyeurismo, diventando l’autopsia di una relazione tra un’anziana signora e un uomo più giovane. Carine mi ha riassicura­ta». che la cosa più importante della vita è l’amore, «e quello grande va oltre ogni previsione. L’amore non si dà: si prende. Nessuno deve aspettare dalla società il permesso di amare un uomo più giovane. Quella donna non è seduttiva, è proprio perché si innamora che esita, non osa credervi, pensa sia un sogno, una fantasia…». La figlia di lei lo affronta, gli dice che la madre stava bene prima di incontrarl­o, gli chiede se ne valeva la pena: «Però non giudica la madre». La figlia è meno bella della madre e non c’è rivalità tra loro: «È questo il bello, ma la figlia sa che l’amore può distrugger­e la famiglia».

Quando lui è più giovane… Accade sempre più di frequente, ma il cinema non sa raccontarl­o. «È vero, è il puritanesi­mo di oggi, eppure le eroine di Balzac sono più vecchie dei loro amanti, Marguerite Duras ha avuto per 19 anni uno più giovane e non fece scalpore».«Ci voleva coraggio — dice la regista —, lavorando sulla vecchiaia devi rinunciare all’immagine che il pubblico ha di te, che porta le attrici alla tentazione illusoria dell’eterna giovinezza. Non potevo dare la parte a un’attrice che si è fatta la chirurgia plastica». Fanny: «Io? Mai fatta, non mi ha convinto ciò che ho visto sulle altre, una donna di 70 anni non ne avrà più 40. Quando sono molto infelice, sono contenta di essere brutta». Qual è il più bel film sull’amore di Truffaut, il regista della sua vita. «La signora della porta accanto. Ricorda Innamorars­i con De Niro e Streep? Lì c’è un accomodame­nto, lei torna da suo marito… Invece si può morire d’amore, la rassegnazi­one sporca la storia d’amore, averne paura significa temere la vita. Che tipo di vita si vuole avere, tranquilla, tiepida, senza rischi? È bello avere paura. L’amore ha un prezzo: siete pronti a pagarlo?». Lo spettatore esce dimentican­dosi dell’età dei due protagonis­ti.

Non mi piace il mio corpo e temevo che la regista volesse mostrarlo, non l’ho mai fatto nemmeno da giovane: il film sarebbe stato sepolto dal voyeurismo

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In alto, Fanny Ardant, 72 anni, alla Festa del cinema di Roma; qui sopra, con Melvil Poupaud nel film «Les jeunes amants»
Sguardi In alto, Fanny Ardant, 72 anni, alla Festa del cinema di Roma; qui sopra, con Melvil Poupaud nel film «Les jeunes amants»

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