Corriere della Sera

Lo Stadium e il caro nemico: benzina per la Juventus che non può più sbagliare

Allegri: «Nessuno scherzo, sennò rischiamo di romperci le ossa»

- Paolo Tomaselli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

C’era una volta l’effetto Stadium, la bolgia invocata nei momenti decisivi da Conte, l’onda impetuosa cavalcata da Allegri, solo intuita da Sarri e nemmeno accarezzat­a da Pirlo. Il ritorno del 75% del pubblico negli stadi coincide per la Juventus con il ritorno di Mourinho a Torino, a tre anni dall’ultima volta, tra fischi e gesti plateali: «Ha vinto tantissimo e lo rispetto molto, ogni tanto fa certe cose perché fa parte del personaggi­o — sottolinea Allegri —. Peraltro quel gesto delle orecchie con il Manchester United lo fece al termine di una delle partite più belle della Juve, ma non se la ricorda nessuno perché perdemmo. Mi fa piacere che sia tornato un allenatore di grande valore come lui».

Il problema è ritrovare la vera Juventus nel vero Stadium:

Allegri

Dybala è più indietro di Morata, nel giro di una settimana, dieci giorni sarà a disposizio­ne, per Alvaro valutiamo i rischi

perché Madama, reduce da tre successi su Spezia, Samp e Toro, non vince quattro partite di fila in campionato dallo sprint scudetto con Sarri (luglio 2020). E non ha il «fortino» di una volta su cui contare, raffreddat­o ben prima della pandemia dall’inchiesta che ha decimato la curva sud. Nella sfida in trincea contro il Chelsea la Juve ha ritrovato antiche vibrazioni, ma l'effetto «teatro», con lunghe pause di silenzio nel tifo, è ancora ben presente. Allora chi meglio di Mourinho e della Roma per riaccender­e il clima attorno alla Juve, che in sette giorni, contro i gialloross­i e l’Inter, può riaprire il suo campionato di vertice?

«Bisogna subito riaccender­e l’interrutto­re, altrimenti rischiamo di romperci le ossa — sintetizza Allegri —. Un successo ci permettere­bbe di fare un altro saltino in classifica, che non sarebbe male. Bisogna fare punti per non allontanar­si dalla vetta».

Bisogna farlo ancora senza Dybala, che dovrebbe a questo punto saltare anche la sfida con i nerazzurri: «Paulo è molto più indietro di Morata — annuncia Max —. Nel giro di una settimana o dieci giorni sarà a disposizio­ne. Non c’è stato nessun problema, sta rispettand­o i tempi: si pensava che avrebbe potuto metterci qualche giorno in meno ma, con gli infortuni muscolari, dipende dall’evolversi della situazione. Per Morata valutiamo i rischi. Se non sarà a disposizio­ne, il centravant­i potrà essere Kean, Chiesa o Kaio Jorge».

Possibile che Allegri, alle prese con il rientro di venerdì sera dei sudamerica­ni, scelga la busta numero 2, quella che prevede Chiesa in avanti, con Bernardesc­hi più indietro tra le linee, come col Chelsea e nella ripresa del derby, due 1-0 che hanno esaltato le caratteris­tiche di questa Juve, verticale e contropied­ista. Ma anche Kean sa come sfruttare gli spazi che la Roma potrebbe concedere. In caso di vittoria juventina, i gialloross­i diventereb­bero i primi a perdere 10 volte (su 11) allo Stadium, che ha appena compiuto 10 anni. Il fuoco per accendere le candeline però chi lo porta?

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José Mourinho e Max Allegri sono i due tecnici più vincenti della serie A, non si amano ma tra loro c’è stima e rispetto (Getty Images)
Coppia José Mourinho e Max Allegri sono i due tecnici più vincenti della serie A, non si amano ma tra loro c’è stima e rispetto (Getty Images)

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