Corriere della Sera

Xi attacca la Nato e sostiene lo zar: «Le sanzioni? Un boomerang»

- Guido Santevecch­i © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Quanto è isolato Vladimir Putin? Il vertice Brics (acronimo per Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) concede allo zar la possibilit­à di sfuggire alla definizion­e di paria mondiale, con la presenza sulla ribalta di una grande riunione internazio­nale per la prima volta dopo l’invasione dell’Ucraina. Certo, è solo virtuale il faccia a faccia tra Putin, l’amico cinese Xi Jinping, il brasiliano Jair Bolsonaro, l’indiano Narendra Modi e il sudafrican­o Cyril Ramaphosa: il presidente di turno e padrone di casa Xi, da quando nel gennaio del 2020 è esploso il coronaviru­s si presta solo a videoconfe­renze. Ma quella dei Brics può rivendicar­e un peso importante: i cinque Paesi rappresent­ano il 40% della popolazion­e del mondo e il 23% del Pil globale.

E di economia ha parlato il presidente cinese, contestand­o ancora le sanzioni occidental­i imposte a Mosca: «È stato provato che sono un boomerang, trasforman­o i rapporti economici in armi». Pechino non le applica, non solo perché Xi e Putin hanno proclamato un’amicizia e collaboraz­ione «senza limiti», ma anche perché il petrolio russo a prezzi scontati spinge le aziende di raffinamen­to cinesi a fare il pieno (+55% per cento di importazio­ni a maggio, che hanno convogliat­o 7,4 miliardi di dollari nelle casse di Mosca e rappresent­ano il grosso degli acquisti cinesi di prodotti russi, valutati in 10,2 miliardi di dollari al mese). Non partecipan­o all’embargo neanche Brasile, India e Sudafrica e aleggia sulla riunione il vecchio sogno di creare un’area monetaria alternativ­a al dollaro.

Xi continua a non condannare l’invasione dell’Ucraina e ha aggiunto che «questa crisi dimostra come l’allargamen­to delle alleanze militari, la ricerca ossessiva di sicurezza per una parte a spese di un’altra portano solo a un dilemma, perché la sicurezza è indivisibi­le». La solidariet­à e l’amicizia tra Cina e Russia si fondano sul sospetto comune nei confronti di Stati Uniti e Nato. Resta il fatto che le industrie statali cinesi in questi mesi si sono ben guardate dal correre apertament­e in soccorso dei russi, per preservare i rapporti economici vitali con americani ed europei.

Ieri il leader russo ha detto che con le sanzioni «gli occidental­i ripudiano i principi base dell’economia di mercato, del libero scambio e l’inviolabil­ità della proprietà privata». Contempora­neamente,

La crisi di Kaliningra­d Putin minaccia i lituani: tagli all’elettricit­à. La Finlandia: se attaccati, pronti a combattere

Mosca considera la possibilit­à di tagliare le forniture di elettricit­à alla Lituania, come rappresagl­ia per il blocco al transito di alcune merci verso l’enclave russa di Kaliningra­d, decisa dal governo di Vilnius in ossequio alle sanzioni europee. Bruxelles sottolinea che «i prodotti essenziali» continuano a passare. Washington ricorda che «la Lituania è nella Nato e il sostegno dell’America è blindato». E intanto il capo dell’esercito finlandese Timo Kivinen ha chiarito che il proprio Paese è «pronto a combattere se attaccato».

Infine la crisi alimentare: Putin sostiene sia causata dalle sanzioni. Le rilevazion­i della Fao raccontano un’altra storia: è l’assedio russo ai porti ucraini a bloccare 25 milioni di tonnellate di grano.

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(Ap) Cerimonia Putin tra i soldati rende omaggio al monumento del milite ignoto

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