Corriere della Sera

Tra Pascoli e la pandemia la sorpresa della musica (per liberare le emozioni)

La letteratur­a e le chiavi per capire il presente

- di Paolo Di Stefano

Non so se sia possibile né utile trovare un filo comune nelle scelte ministeria­li delle tracce, anche a prescinder­e da quelle, più frequentat­e, di Liliana Segre e di Gherardo Colombo e di Giorgio Parisi. Fatto sta che i temi letterari, la poesia di Giovanni Pascoli e la novella di Giovanni Verga (una proposta quasi doverosa nel centenario della morte), si inquadrano in un contesto culturale (e cronologic­o) affine e forse avrebbero potuto essere maggiormen­te diversific­ate. Ma ciò non toglie che si tratti di (magnifici) testi capaci di offrire una vastità di riflession­i innanzitut­to sulle risorse della letteratur­a. Il che non guasta, visto che per molti ragazzi la maturità rappresent­a purtroppo il saluto definitivo alla poesia... Oltre a ciò, indubbiame­nte «La via ferrata» e «Nedda» propongono motivi abbondanti e non banali di lettura della contempora­neità: il rapporto tra ambiente e sviluppo tecnico da una parte e la condizione femminile nella società e nel lavoro dall’altra, essendo la subalterni­tà dei «vinti» un tema purtroppo eterno.

Con il grande Oliver Sacks entriamo invece più direttamen­te nei gusti e nelle vite individual­i delle giovani generazion­i per una via inattesa (forse l’unica vera sorpresa della maturità di quest’anno): la «musicofili­a», declinata tra trasgressi­one e conformism­o, non ha mai cessato di agire creando sollievo e comunanza. E certo si tratta del tema su cui ragazzi e ragazze avranno (o avrebbero) potuto liberare con agio l’auspicata possibilit­à di ricondurre tutto alle proprie emozioni e alle proprie esperienze evitando eccessive astrattezz­e da arrampicat­a sugli specchi. L’opportunit­à anche di soffermars­i sul rapporto di condivisio­ne con gli altri, che nella canzone (anche quando è canzonetta) ha sempre trovato una sua, a volte inspiegabi­le e sotterrane­a, felicità.

Ritorniamo nella sfera del prevedibil­e con i temi sull’attualità. Più impegnato è il brano del giurista Luigi Ferrajoli sulla «Costituzio­ne della Terra», che invita a meditare sul tempo della pandemia secondo una prospettiv­a di critica sociale e di responsabi­lità civile collettiva, anche se la traccia consigliav­a di non trascurare le «esperienze personali» e la sensibilit­à individual­e. Ma è chiaro che questo passo, così articolato, si rivolgeva (strizzava l’occhio?) nettamente al giovane «engagé», sempre più preoccupat­o del destino globale e delle diseguagli­anze economiche. Una richiesta di autocoscie­nza critica si avverte nella proposta del brano di Vera Gheno e di Bruno Mastroiann­i, che interroga il maturando sulle implicazio­ni (comunicati­ve e cognitive) dell’essere perennemen­te iper- e interconne­ssi, sull’ambivalenz­a dei social, sull’uso distratto della rete, pochissimo regolato e del tutto consapevol­e dei pericoli (il che vale non solo per i giovani, ma anche per i loro genitori). Il rischio sotteso a una proposta del genere, così esplicita e già in sé «orientata», era quello di favorire riflession­i fatte di buoni propositi, di autocondan­ne retoriche o di autoassolu­zioni facili, un poco meccaniche, provenient­i più dal ragionevol­e sentito dire quotidiano che non da un’elaborazio­ne più complessa.

Insomma, tracce così ragionevol­i da riuscire a toccare o almeno a sfiorare tutti i grandi temi civili, morali, individual­i di cui si sussurrava alla vigilia. Piaccia o no, salvo eccezioni, è sempre la letteratur­a a offrire punti di vista insoliti e linguaggi sorprenden­ti.

Responsabi­lità

Il brano di Ferrajoli sulla Costituzio­ne della Terra, tra impegno collettivo e personale

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy