Corriere della Sera

Un anno senza Raffaella Carrà Su «Oggi» il ricordo

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Il 5 luglio sarà un anno dalla scomparsa di Raffaella Carrà e il nuovo numero del settimanal­e «Oggi» diretto da Carlo Verdelli le dedica la copertina (nella foto il numero da oggi in edicola) e la ricorda con un’intervista di Michela Auriti a Barbara Boncompagn­i, figlia di Gianni, che per oltre un decennio fu compagno della Carrà. «Credo che il 5 luglio starò malissimo, non ho ancora smaltito la perdita — dice —. Avevo 5 anni quando arrivò nella mia vita. Tra noi scoppiò una chimica pazzesca. Ci riconoscev­amo affini, due guerriere con esperienze di vita simili: entrambe figlie di genitori separati, lei con un padre lontano e io con una figura materna poco presente (la moglie svedese di Boncompagn­i l’aveva lasciato per un altro uomo, ndr)». Della grande artista scrive anche Walter Veltroni: «Trasmettev­a un senso di libertà e lo faceva perché era gentile. Le persone gentili amano la libertà di tutti, gli arroganti solo la propria». Su «Oggi» anche un’intervista a Salvatore (Totò) Cascio, ex bambino prodigio del film premio Oscar Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore, che pensa ora al ritorno sul grande schermo. L’attore soffre di retinite pigmentosa con edema maculare, una malattia degenerati­va che gli ha spento lentamente lo sguardo e la carriera. «Non è stata una malattia galoppante, ho guidato lo scooter e la macchina, senza patente in campagna, fino a 20 anni — racconta —. Ho girato film, poi mi sono chiuso nella nebbia della mia vista». Una caduta all’inferno e una rinascita che racconta nel libro La gloria e la prova, il mio nuovo cinema paradiso 2.0 (Baldini+Castoldi): la descrive a «Oggi» svelando come la psicoterap­ia l’abbia aiutato «a risvegliar­e la voglia di vivere». Con la direzione di Verdelli l’ultima pagina del settimanal­e è affidata a Liliana Segre. Nella sua rubrica intitolata «La stanza» (come quella di Montanelli sul Corriere della Sera) la senatrice ricorda in questo numero la sua partecipaz­ione da elettrice ai due grandi referendum abrogativi sul divorzio, nel 1974, e sull’aborto, nel 1981: «Votai contro l’abrogazion­e. Mi preoccupa che oggi il referendum sia stato messo in crisi».

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