Cucinelli: la tecnologia per uno sviluppo inclusivo L’essere umano al centro
Il fondatore della casa di moda: creatività motore della crescita
«Capitalismo umanistico» sembra una contraddizione tra termini quasi opposti, ma non per Brunello Cucinelli, noto imprenditore che ha fondato la casa di moda omonima a Solomeo, il suo borgo natale in Umbria, e di cui oggi è executive chairman e creative director. È stato questo il tema principale dell’intervista condotta dal direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, che ha chiuso l’ultima giornata di Tech.Emotion, la due giorni che si è tenuta al Talent Garden Calabiana di Milano e in diretta su corriere.it proprio su temi che uniscono emozioni e umanesimo a tecnologia e innovazione, organizzato da Emotion Network in collaborazione con il Corriere della Sera. «Alla base di tutto c’è il concetto del dono – ha spiegato Cucinelli –. La tecnologia, infatti, è un dono del creato ed è importante e stimolante avere gli strumenti più avanzati, ma spetta a noi equilibrarli mantenendo al centro l’essere umano e la sua anima. Se rimaniamo
Cucinelli ha fondato la sua casa di moda a Solomeo, suo borgo natale in Umbria
connessi per troppo tempo, l’anima se ne va. È necessario un giusto equilibrio». L’uomo, quindi, si trova al centro dello sviluppo e, secondo Cucinelli, ricopre il ruolo di custode delle trasformazioni del mondo. «Mio nonno, cento anni fa, quando raccoglieva il grano regalava la prima balla alla comunità – ha ribadito –. Allo stesso modo noi, oggi, dobbiamo dare il nostro contributo all’umanità per raggiungere una sostenibilità ambientale e sociale. L’aiuto più grande al cambiamento lo si dà con il massimo della creatività, che la si raggiunge solo se l’atmosfera è quella giusta, dove le persone che lavorano insieme si stimano, si rispettano e si trattano bene a vicenda. Questa è la ricetta per raggiungere una sostenibilità prima spirituale, che porta poi benessere a tutti i settori che trainano lo sviluppo, dall’innovazione tecnologica all’economia». E sul futuro, ma anche sul presente, l’imprenditore è ottimista: «Ho una visione positiva del mondo, non credo che ci sia mai stata una realtà migliore di quella odierna – ha sottolineato -: pensiamo a come 30 anni fa venivano trattate donne, bambini, persone omosessuali: la condizione umana è migliorata. Inoltre, la pandemia ci ha lasciato delle importanti eredità: quella di guardare alla povertà e al creato con occhio diverso. Quello di oggi è un mondo nuovo perché stiamo tornando a investire nei grandi valori».
Brunello Cucinelli ha sempre avuto a cuore il modello di capitalismo umanistico e della dignità del lavoratore, che gli è stata insegnata dal primis dal padre, che spesso l’impreditore ha ricordato mortificato al ritorno dal lavoro da operaio. E l’ha portato nella sua azienda: «Da noi dopo le otto ore di lavoro non sei connesso e anche sabato e domenica devi avere la tua vita, stare con la tua famiglia o con chi vuoi, avere tempo per guardare il cielo e le stelle e ispirarsi. Nel luogo di lavoro si trascorre almeno il 50% del proprio tempo: deve essere un luogo dove si cerca di curare il mal di anima che tutti abbiamo». E sui social network aggiunge: «Ho incontrato Zuckerberg nelle scorse settimane e gli ho suggerito che lui e gli altri imprenditori e fondatori del settore, che sono i Leonardo dei giorni nostri, debbano incontrarsi e indicarci la via per governare queste tecnologie». Non è contrario ai social, insomma. Ma quando qualcuno nel backstage di Emotion.Network gli dice: «Le mando il mio contatto su Whatsapp», lui risponde: «No, non ce l’ho, uso i messaggi tradizionali».
Sul posto di lavoro si trascorre almeno il 50% del tempo: deve essere un posto dove curare il mal d’anima
Ho incontrato Zuckerberg: gli ho chiesto di indicarci la via per governare le tecnologie social