Alla Camera il sì alla stretta sul reddito di cittadinanza
Arriva un altro colpo al M5S. Nella notte di giovedì infatti, in commissione è stato votato un emendamento che modifica i criteri per continuare a percepire il reddito di cittadinanza. Su proposta di Forza Italia, Noi per l’Italia, Lega, FdI e Misto con parere favorevole del governo e senza tentennamenti anche con il sì del Pd, è stato deciso che anche il rifiuto di un’offerta «congrua» a chiamata diretta da un datore di lavoro privato d’ora in poi rientrerà nel calcolo dei rifiuti che possono costare la perdita del beneficio. Come prevedibile, il M5S ha espresso voto contrario. Le offerte quindi — in attesa che vengano definite dal ministro del Lavoro le modalità di applicazione — non devono più arrivare solo attraverso i centri per l’impiego, ma possono essere proposte «direttamente dai datori di lavoro privati» ai beneficiari che firmano il Patto per il lavoro, in cui è previsto l’obbligo di accettarne almeno una di tre. Il datore di lavoro privato che abbia vista respinta la sua offerta, comunica quindi il rifiuto al centro per l’impiego ai fini della decadenza.
Esulta tutto il centrodestra: «È una misura fortemente voluta dalla Lega, ispirata alla cultura del lavoro e utile al reperimento di maggiore manodopera, soprattutto nel settore turisticoricettivo», dice Rebecca Frassini, mentre per FI Paolo Zangrillo aggiunge: «È una norma molto semplice che risolve due problemi: rispondere all’attuale carenza di forza lavoro in diversi settori e smascherare finalmente chi vuole solo un sussidio e non il lavoro».
Senza commentare specificamente la misura, era stato Giuseppe Conte in mattinata a soffermarsi sul tema del Reddito di cittadinanza: «È una riforma complessiva che richiede del tempo. Oltre 2/3 dei beneficiari sono pensionati, persone con disabilità minori, che non sono abili al lavoro», per gli occupati «c’è un problema di politiche attive, ma miglioriamolo insieme. Non possiamo dire che è colpa del reddito di cittadinanza se non si accettano più determinati lavori».
La novità
Costano l’assegno anche i no a offerte dirette dei privati. Sì di centrodestra e Pd