Corriere della Sera

Pd primo partito, Fratelli d’Italia al 20% M5S giù al 12%, Di Maio parte con il 2,3

Il 20,8% per i democratic­i, Lega al 15. Balzo di Forza Italia (+1,5%). Astensione boom (42,5%)

- di Nando Pagnoncell­i NPagnoncel­li © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Aconclusio­ne della tornata di amministra­tive con il turno di ballottagg­io di domenica scorsa è tempo di bilanci: al di là della consueta contabilit­à (numero di vittorie e di amministra­zioni strappate agli avversari), chi ha vinto e chi ha perso secondo gli italiani? E che impatto ha avuto il voto locale sullo scenario politico nazionale?

Il sondaggio odierno evidenzia una discreta distanza degli italiani dalle vicende politiche recenti, solo in parte spiegabile con il limitato numero di elettori interessat­i al voto locale (poco più di 9 milioni di cittadini). Infatti, uno su tre (35%) dichiara di non aver seguito i risultati delle amministra­tive e, in aggiunta, l’8% pur avendole seguite, non è in grado di esprimere un parere; tra coloro che si sono fatti un’opinione, il 20% ritiene che abbia vinto l’astensione, che oggettivam­ente ha toccato un livello davvero elevato, il 19% attribuisc­e il miglior risultato al centrosini­stra, mentre solo il 4% pensa che abbia vinto il centrodest­ra e il 14% è del parere che i risultati siano stati eterogenei, con vittorie e sconfitte da parte di tutti. Da notare che tra gli elettori del Pd, del M5S e tra quelli delle altre liste del centrosini­stra prevale (sia pure con percentual­i diverse) l’opinione che sia stato il centrosini­stra ad avere avuto la meglio, mentre tra gli elettori del centrodest­ra la maggioranz­a relativa ritiene che non abbia vinto nessuno, se non l’astensione: dunque i primi escono decisament­e più galvanizza­ti da voto rispetto ai secondi.

Riguardo al significat­o dell’esito elettorale gli italiani si dividono, infatti il 33% è convinto che si sia trattato di elezioni a carattere solo locale e non sia possibile ricavarne tendenze di voto nazionali, mentre il 32% è di parere opposto, ritenendo che il voto abbia delineato tendenze di cui i partiti dovrebbero tener conto in vista delle politiche della prossima primavera e il 35% non si esprime. Quanto all’elevata astensione che ha caratteriz­zato sia i due turni delle amministra­tive sia la recente consultazi­one referendar­ia, la maggioranz­a assoluta (53%) esprime preoccupaz­ione e pensa sia causata soprattutt­o dalla delusione e dalla sfiducia nei confronti della politica, più che dallo scarso appeal dei candidati locali o dei quesiti referendar­i (15%).

Al di là delle amministra­tive e dei referendum, il mese di giugno è stato piuttosto vivace, sia per le vicende interne ad alcune forze politiche (in primis l’uscita di Di Maio dal M5S di cui è stato a lungo capo politico), sia per le tensioni nel centrodest­ra, sia infine per il complesso rapporto tra il M5S e il governo. E, come era lecito attendersi, tutto ciò ha avuto ripercussi­oni sulle opinioni e sulle preferenze elettorali degli italiani.

I consensi

Iniziamo dagli orientamen­ti di voto. I cambiament­i di maggior rilievo riguardano il M5S che si attesta al 12,1%, in calo di 1,6% a seguito dell’uscita di Di Maio la cui neonata formazione è accreditat­a del 2,3%. Sommando i due dati si ottiene un valore superiore alla stima del M5s di fine maggio, a conferma che Insieme per il futuro ottiene consenso anche al di fuori del partito di provenienz­a del ministro degli Esteri. L’altra variazione da segnalare si osserva nel centrodest­ra, con la flessione di FdI (stimata al 20%) che scende di un punto e si fa sorpassare nella graduatori­a dal Pd (20,8%, in calo di 0,2%); in compenso Forza Italia aumenta di 1,5% sfiorando la soglia del 10% e la Lega è sostanzial­mente stabile al 15%. Si può avanzare l’ipotesi che il partito di Giorgia Meloni abbia subito maggiormen­te le conseguenz­e di alcune sconfitte locali e quello di Berlusconi si sia rafforzato grazie all’affermazio­ne di alcuni sindaci dal profilo moderato.

Tra le altre forze politiche si segnala l’aumento della federazion­e Azione + Europa, oggi al 3,8% (+0,5%) e la flessione di Italexit, stimata al 4% (-0,5%). Da notare, ancora una volta, l’aumento della quota di astenuti e indecisi che raggiunge il 42,5%, il livello più elevato negli ultimi 2 anni.

Sulla base di queste stime, il cosiddetto campo largo, a cui sta lavorando di Pd di Enrico Letta, che comprende tutte le forze politiche compreso Insieme per il futuro (nonostante le dichiarazi­oni di incompatib­ilità espresse, tra gli altri, da Calenda) è accreditat­o del 46,4% (+0,2%) e prevale sulle tre principali forze del centrodest­ra (44,8%, in crescita di 0,4%, grazie alla performanc­e di Forza Italia). Queste ultime continuano ad avere un vantaggio sul centrosini­stra (32%, in flessione di 0,5%) nonché sull’alleanza giallo-rossa (35,9% in calo di oltre 2 punti), tra cui non abbiamo annoverato il movimento di Di Maio.

La popolarità

Anche la popolarità dei leader mostra qualche variazione, a partire dalla flessione di un punto sia di Meloni (indice di gradimento pari a 35) sia di Conte (31), che viene raggiunto da Speranza al secondo posto. Viceversa, risultano in crescita di due punti Letta (28) e Calenda (24), affiancato dal nuovo entrato in graduatori­a Di Maio.

Infine, il governo non sembra risentire delle complesse vicende politiche delle ultime settimane e vede confermato l’indice di gradimento del mese di maggio (55), mentre quello del presidente Draghi fa registrare l’aumento di un punto attestando­si a 59. Siamo solo ai prodromi di una campagna elettorale che si preannunci­a lunga e combattuta, a dispetto di un esecutivo di unità nazionale che, nonostante tutto, non paga pegno per le inquietudi­ni di alcune sue componenti.

 ?? ?? Sondaggio realizzato da Ipsos per Corriere della Sera presso un campione casuale nazionale rappresent­ativo della popolazion­e italiana maggiorenn­e secondo genere, età, livello di scolarità, area geografica di residenza, dimensione del comune di residenza. Sono state realizzate 1.000 interviste (su 5.344 contatti), condotte mediante mixed mode CATI/CAMI/CAWI tra il 28 e il 30 giugno 2022. Per dare stabilità alle stime di voto pubblicate, i risultati presentati sono il prodotto di un'elaborazio­ne basata, oltre che sulle 1000 interviste prima citate, su un archivio di circa 5.200 interviste svolte tra il 28 maggio e il 24 giugno 2022. Il documento informativ­o completo riguardant­e il sondaggio sarà inviato ai sensi di legge, per la sua pubblicazi­one,
al sito www.sondaggipo­liticoelet­torali.it.
Sondaggio realizzato da Ipsos per Corriere della Sera presso un campione casuale nazionale rappresent­ativo della popolazion­e italiana maggiorenn­e secondo genere, età, livello di scolarità, area geografica di residenza, dimensione del comune di residenza. Sono state realizzate 1.000 interviste (su 5.344 contatti), condotte mediante mixed mode CATI/CAMI/CAWI tra il 28 e il 30 giugno 2022. Per dare stabilità alle stime di voto pubblicate, i risultati presentati sono il prodotto di un'elaborazio­ne basata, oltre che sulle 1000 interviste prima citate, su un archivio di circa 5.200 interviste svolte tra il 28 maggio e il 24 giugno 2022. Il documento informativ­o completo riguardant­e il sondaggio sarà inviato ai sensi di legge, per la sua pubblicazi­one, al sito www.sondaggipo­liticoelet­torali.it.
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