Corriere della Sera

Libia, rabbia e scontri A Tobruk assalto al Parlamento

Proteste per la crisi anche a Tripoli

- Lorenzo Cremonesi

La Libia torna nel caos violento della guerra civile. La mancanza di un solido governo centrale riconosciu­to e le conseguenz­e della crisi ucraina alimentano le tensioni. Ieri sera gruppi di manifestan­ti hanno assaltato la sede del parlamento di Tobruk. Scontri violenti sono registrati anche a Misurata e Bengasi. Testimoni segnalano barricate in fiamme attorno all’edificio del parlamento di Tobruk, gruppi di manifestan­ti pare siano riusciti ad entrare, prima di essere scacciati da miliziani armati. Anche a Tripoli si sono svolte manifestaz­ioni in Piazza dei Martiri: giovani arrivati dalle periferie hanno chiesto il ripristino dell’elettricit­à e la tenuta di elezioni il prima possibile.

La causa immediata della rabbia è il netto deterioram­ento delle condizioni di vita determinat­o dall’incapacità di trovare l’accordo tra il governo di Fathi Bishaga in Cirenaica e quello di Abdelhamid Dbaibah a Tripoli. Nella stessa capitale i tagli alla corrente elettrica sono cronici e la mancanza di carburante costringe gli automobili­sti a lunghe ore di attesa ai distributo­ri. I servizi essenziali sono ridotti al lumicino. La crisi politica, esplosa dopo il fallimento del progetto di elezioni il 24 dicembre, è alimentata anche dal tentativo russo di destabiliz­zare il Paese per paralizzar­e l’export di greggio e gas verso i Paesi europei, in primis Italia e Francia. Due giorni fa Tripolitan­ia e Cirenaica hanno tentato di trovare un’intesa per organizzar­e il processo elettorale nei colloqui di Ginevra mediati dall’Onu. Il fallimento sottolinea la gravità dell’impasse. Le milizie estremiste tornano a cavalcare l’onda lunga del malcontent­o popolare.

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