Corriere della Sera

Palio di Siena, la sfida tra dieci contrade dopo 2 anni di stop

Oggi il ritorno della storica gara in Piazza del Campo. La diretta su La7 a partire dalle 17.30

- Marco Gasperetti mgasperett­i@corriere.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

SIENA Mai vista così tanta gente alle prove del Palio in Piazza del Campo. Mai avvertito un entusiasmo così esplosivo tra i contradaio­li ma anche tra le migliaia di turisti ammaliati da questa magia in parte ancora inspiegabi­le.

Ieri, alla vigilia della kermesse, sembrava di respirare le stesse emozioni dei minuti mozzafiato che precedono la «carriera», la gara vera e propria, quando i cavalli delle dieci contrade (in tutto sono 17)che correranno oggi in onore alla Madonna di Provenzano (il 16 agosto ci sarà la seconda sfida, quella della Madonna dell’Assunta) si affrontera­nno davanti al canape.

È entusiasmo alle stelle per la manifestaz­ione che a partire dalle 17.30 sarà trasmessa in esclusiva da La7 con la telecronac­a di Pierluigi Pardo e il commento di Giovanni Mazzini. Anche perché questi ultimi due anni sono trascorsi con lentezza assoluta. Quattro edizioni cancellate, nessun cavallo in Piazza del Campo, contrade senza anima: i senesi non avrebbero potuto nemmeno immaginare di proseguire così. Perché ne hanno viste di cose straordina­rie (e sublimi), i signori del Palio, che la pandemia ha osato cancellare come lacrime sotto la pioggia. Così, oggi, nel giorno della rinascita, la città sembra davvero più bella e più splendente.

«Se il Covid è stato un disastro per l’Italia e il mondo, a Siena si è fermata l’anima pulsante della città», conferma Antonio Degortes, 54 anni, imprendito­re, «duce» dell’Oca nel corteo storico e figlio del mitico Andrea, detto Aceto, 79 anni e 14 pali vinti, un record assoluto.

Prima della pandemia il Palio di Siena non si era corso solo il 16 agosto 1723 per la morte del granduca Ferdinando II di Toscana, nel 1855 per un’epidemia di colera; il secolo scorso nel 1940 e nel 1944 a causa della Seconda guerra mondiale.

In questi due anni è mancata la scuola delle 17 contrade, dove i ragazzini imparano non solo a rullare il tamburo, «girare» la bandiera e amare il cavallo, ma ad aiutare i contradaio­li, fare volontaria­to, assistere gli anziani, soccorrere i più deboli, vivere in comunità, essere solidali. «Ci è mancato l’ossigeno», dice ancora Degortes junior. Mentre il padre, il super fantino Aceto, che non appartiene a nessuna contrada, analizza la corsa di oggi in modo super partes.

Fa pronostici. Parla di un palio particolar­e con ben 8 cavalli su 10 esordienti. Dice che i favoriti sono l’Istrice e Pantera. «Poi vedo bene il Drago, con Zio Frac e il bravissimo fantino Giovanni Atzeni — continua Aceto —. E sono certo che la partenza sarà ottima perché il mossiere Renato Bircolotti, aretino, profession­e starter negli ippodromi, è il numero uno in Italia».

Poi lancia un’idea: «Ci vorrebbe un terzo palio, dopo quello di agosto, una carriera straordina­ria a settembre», insomma una sorta di iniezione ricostitue­nte. E non manca anche l’episodio thriller. Il cavallo della favoritiss­ima contrada dell’Istrice è caduto dopo una falsa partenza alla prova generale di ieri sera. Non ha partecipat­o per precauzion­e alla prova generale ma oggi, salvo spiacevoli sorprese, dovrebbe correre il Palio.

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La tradizione Un momento della prova generale di ieri, da sempre evento integrante del Palio

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