Scoprire la Namibia (e il «Mal d’Africa») nella seduzione della natura colorata
Un giorno di molti anni fa un amico decise di farmi un regalo. Mi caricò sul suo fuoristrada, percorremmo una ventina di chilometri fino a quando giungemmo alla soglia di un hangar nel mezzo del nulla. Un aeroplanino ci attendeva tirato a lucido. «Non vorrai farmi salire li sopra?», implorai. «In effetti non si potrebbe, è un monoposto, ma se ci rinunci ti pentirai». Mi fece sedere su un’asse dietro di lui, mi imbragò con una cinghia e, con i piedi a penzoloni fuori dal velivolo, decollammo.
Sorvolammo un territorio brullo, poi le capanne di un villaggio con puntini che sembravano agitarsi al nostro passaggio, quindi si annunciò la magnificenza di un fiume senza confini, con aironi rosa che sciamavano disturbati dalla nostra presenza, uccelli colorati di ogni tipo. Mandandomi il cuore in gola, l’aereo planò sempre più giù. Non capivo una parola di quanto diceva il pilota. Con un cenno della mano indicò di guardare a destra. Dal buco aperto nella pancia del velivolo scorsi un branco di giraffe che correvano all’impazzata, e gazzelle, e antilopi, e ippopotami. Prima di rientrare disturbammo, quasi rasandogli le orecchie, una famiglia di elefanti. Confesso di aver pianto. La notte, il cielo trapuntato di spilli d’argento era rassicurante come un abbraccio.
Cresceva dentro di me il Mal d’Africa, qualcosa di ancestrale, la memoria di paradiso perduto. Lo hanno provato missionari, esploratori, persino cinici conquistatori. Per noi occidentali che sopravviviamo ogni giorno vivendo vite che non sono le nostre è la scoperta della nostra essenza. Dell’Africa subsahariana abbiamo una visione deformata: fame, malattie, violenze, arretratezza. C’è anche quello, ma il continente è immenso e dove i colonizzatori e i nuovi padroni non hanno devastato, un viaggio nel suo cuore è un’esplorazione della nostra anima.
Il Paese che riassume tutte le meraviglie del continente, dai grandi parchi con gli animali protetti dalla ferocia dei bracconieri, ai deserti dove la sabbia trascolora dal rosso all’oro, alle spiagge mozzafiato affacciate sull’Atlantico, è la Namibia. La meta del Viaggio del Corriere dal 25 ottobre al 5 novembre. Il Parco Etosha, la regione del Damaraland, la Foresta pietrificata, il fotosafari e Skeleton Coast, Swakopmund e la regione più famosa, il l Namib, attraversando il nord del Naukluft National Park. A ogni tappa il paesaggio muta, di notte sembra di toccare la luna, è sicura come la Svizzera e, affacciati all’Oceano, si incontrano paesini che sembrano ricalcati sui borghi bavaresi. Alla scoperta di questo Paese, nemmeno un eschimese resta immune dal Mal d’Africa.