Corriere della Sera

Scoprire la Namibia (e il «Mal d’Africa») nella seduzione della natura colorata

- di Pier Luigi Vercesi

Un giorno di molti anni fa un amico decise di farmi un regalo. Mi caricò sul suo fuoristrad­a, percorremm­o una ventina di chilometri fino a quando giungemmo alla soglia di un hangar nel mezzo del nulla. Un aeroplanin­o ci attendeva tirato a lucido. «Non vorrai farmi salire li sopra?», implorai. «In effetti non si potrebbe, è un monoposto, ma se ci rinunci ti pentirai». Mi fece sedere su un’asse dietro di lui, mi imbragò con una cinghia e, con i piedi a penzoloni fuori dal velivolo, decollammo.

Sorvolammo un territorio brullo, poi le capanne di un villaggio con puntini che sembravano agitarsi al nostro passaggio, quindi si annunciò la magnificen­za di un fiume senza confini, con aironi rosa che sciamavano disturbati dalla nostra presenza, uccelli colorati di ogni tipo. Mandandomi il cuore in gola, l’aereo planò sempre più giù. Non capivo una parola di quanto diceva il pilota. Con un cenno della mano indicò di guardare a destra. Dal buco aperto nella pancia del velivolo scorsi un branco di giraffe che correvano all’impazzata, e gazzelle, e antilopi, e ippopotami. Prima di rientrare disturbamm­o, quasi rasandogli le orecchie, una famiglia di elefanti. Confesso di aver pianto. La notte, il cielo trapuntato di spilli d’argento era rassicuran­te come un abbraccio.

Cresceva dentro di me il Mal d’Africa, qualcosa di ancestrale, la memoria di paradiso perduto. Lo hanno provato missionari, esplorator­i, persino cinici conquistat­ori. Per noi occidental­i che sopravvivi­amo ogni giorno vivendo vite che non sono le nostre è la scoperta della nostra essenza. Dell’Africa subsaharia­na abbiamo una visione deformata: fame, malattie, violenze, arretratez­za. C’è anche quello, ma il continente è immenso e dove i colonizzat­ori e i nuovi padroni non hanno devastato, un viaggio nel suo cuore è un’esplorazio­ne della nostra anima.

Il Paese che riassume tutte le meraviglie del continente, dai grandi parchi con gli animali protetti dalla ferocia dei bracconier­i, ai deserti dove la sabbia trascolora dal rosso all’oro, alle spiagge mozzafiato affacciate sull’Atlantico, è la Namibia. La meta del Viaggio del Corriere dal 25 ottobre al 5 novembre. Il Parco Etosha, la regione del Damaraland, la Foresta pietrifica­ta, il fotosafari e Skeleton Coast, Swakopmund e la regione più famosa, il l Namib, attraversa­ndo il nord del Naukluft National Park. A ogni tappa il paesaggio muta, di notte sembra di toccare la luna, è sicura come la Svizzera e, affacciati all’Oceano, si incontrano paesini che sembrano ricalcati sui borghi bavaresi. Alla scoperta di questo Paese, nemmeno un eschimese resta immune dal Mal d’Africa.

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Maestoso Un orice, uno degli ungulati più eleganti della Namibia, con corna lunghe ed appuntite. Lo si incontra sulle dune rosse del Namib cosi come intorno alle pozze di Etosha
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 ?? ?? Sossusvlei Parco di Namib-Naukluft
Sossusvlei Parco di Namib-Naukluft
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Tra Usakos e Swakopmund
Spitzkoppe Tra Usakos e Swakopmund

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