Corriere della Sera

Conti correnti, acquisti, redditi Le liste dell’algoritmo anti-evasione

Il presidente dei commercial­isti, de Nuccio: utile ma no agli automatism­i accertativ­i

- Di Isidoro Trovato

Arriva la Vera lotta all’evasione fiscale. Dove Vera è l’acronimo (verifica dei rapporti finanziari) con cui si nomina il nuovo algoritmo antievasio­ne. Il decreto, appena firmato dal ministro dell’Economia Franco, mette a disposizio­ne dell’Agenzia delle entrate uno strumento di nuova generazion­e che sta nel solco dell’utilizzo di quell’intelligen­za artificial­e citata anche all’interno del Pnrr. In attesa che la pubblicazi­one in Gazzetta ufficiale sveli i dettagli del nuovo meccanismo, è già evidente che col software Vera il governo punta a ottenere delle liste selettive che saranno impiegate nell’attività di controllo dell’Agenzia delle entrate. A qualcuno sono tornati in mente i vecchi studi di settore: il metodo predittivo che, sulla base di certe premesse, calcolava griglie di reddito che però non si rivelarono così efficaci e aderenti alla realtà. L’algoritmo antievasio­ne è qualcosa di inedito e più profondo: potrà mettere in connession­e tutti i dati presenti su web e banche dati digitali. Comporrà un profilo del contribuen­te acquisendo­ne elementi che emergono dalla dichiarazi­one dei redditi, dal conto corrente, dalle app di acquisto e pagamento online, dal numero di accessi alle cassette di sicurezza, da tutti i movimenti con moneta elettronic­a, i registri immobiliar­i e gli acquisti registrati in qualsiasi banca dati digitale. L’insieme di questi dati sarà rielaborat­o dal super algoritmo che traccerà un profilo patrimonia­le e reddituale del contribuen­te mettendolo a confronto con quello dichiarato e ufficiale. In caso di evidenti discostame­nti, Vera segnalerà il caso all’Agenzia delle entrate dove assicurano che ci sarà sempre un intervento umano che possa scongiurar­e eventuali paradossi. Insomma nessun pericolo che il nostro destino fiscale finisca in mano a un Hal (il supercompu­ter tiranno digitale di Odissea 2001 nello spazio) che demento cida incontrast­ato della nostra fedeltà tributaria. Proprio l’interazion­e tra macchina e uomo è uno dei nodi di valutazion­e dello strumento, oltre a quello della garanzia della privacy. Non è un caso infatti che l’algoritmo sia da anni allo studio ma è sempre stato bloccato dalla necessità di mettere a punto un’adeguata prassi di tutela da concordare con il garante della privacy. La novità di questo nuovo strusta nel meccanismo di tutela dell’anonimato: nella prima fase i dati saranno coperti da un codice che creerà una sorta di psudonimo e soltanto quando dovesse accendersi un alert si potrà accedere al nominativo reale. Per tutelare i dati e le informazio­ni, solo il personale autorizzat­o avrà la possibilit­à di effettuare gli accessi, che andranno comunque sempre tracciati.

I commercial­isti accolgono positivame­nte (ma con qualche riserva), l’arrivo dell’algoritmo. «Si tratta di uno strumento – spiega il neo presidente Elbano de Nuccio – che di per sé tornerà utile perché incrocia l’enorme mole di dati dell’anagrafe tributaria con le dichiarazi­oni dei contribuen­ti. È però necessario che lo stesso non comporti alcun automatism­o accertativ­o e che quindi l’intervento umano preventivo sia reale. Inoltre bisognerà capire quale sarà la soglia di scostament­o che sarà fissata per far scattare l’alert: l’algoritmo è efficace se serve a scovare evasori totali o grandi evasori. Se invece diventa un’arma ispettiva di massa, diventereb­be controprod­ucente e fonte di ulteriore inutile contenzios­o».

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