Exor rileva il 10% di Institut Mérieux per 833 milioni
Chissà cosa direbbe David Landes, lo storico americano che agli Agnelli e alle grandi famiglie industriali anche francesi ha dedicato un libro come «Dinastie». Ieri Exor dopo aver rilevato nelle settimane scorse il 45% delle cliniche Lifenet di Nicola Bedin ha annunciato un accordo di partnership a lungo termine per l’acquisto del 10% di Institut Mérieux per 833 milioni di euro tramite un aumento di capitale riservato. La società transalpina (4 miliardi di giro d’affari, 21mila dipendenti) è famosa, oltre per la lunga storia, per i test diagnostici Covid-19 della quotata BioMérieux di cui è azionista e che a fine marzo 2020 avevano consentito di ridurre a 45 minuti la diagnosi del coronavirus. Fondata 125 anni fa a Lione, due anni prima della nascita della Fiat, dal capostipite Marcel (allievo di Pasteur) si dedica alla lotta alle malattie infettive e ai tumori e — attraverso le sue cinque societàBioMérieux, Mérieux NutriSciences, ABL, Transgene, Mérieux Equity Partners — , sviluppa approcci complementari per affrontare le principali sfide in campo sanitario. L’arrivo in Institut Mérieux della holding olandese (136 miliardi di ricavi nel 2021) si situa in una strategia di crescita e internazionalizzazione di Exor cementata sulle relazioni tra grandi famiglie del capitalismo globale. John Elkann, ad di Exor, che entrerà come consigliere nella società, conferma: «Per noi, questa è un’opportunità unica per entrare nel settore della salute insieme a un partner solido con cui condividiamo gli stessi valori e un orizzonte di lungo termine».