Memoria e metamorfosi, L’Aquila risorge. Con 26 artisti
Un blocco di pietra di cinque tonnellate nel quale ogni giorno viene inserito un quotidiano: il tempo geologico si scontra con l’effimero. L’opera di Francesco Arena (Masso con gli ultimi 5 giorni) accoglie i visitatori di Palazzo Ardinghelli, sede del Maxxi L’Aquila. Dove la mostra Afterimage che si apre oggi al pubblico (e rimane aperta fino al 19 febbraio 2023) propone una riflessione su memoria e metamorfosi. Tema di grande significato nella città abruzzese che proprio sull’instabile rapporto tra questi due concetti ha fondato anche la sua storia più recente, post terremoto. L’esposizione è curata dal direttore del museo, Bartolomeo Pietromarchi, insieme ad Alessandro Rabottini. Ventisei gli artisti internazionali in mostra: opere della Collezione della Fondazione Maxxi e importanti prestiti dialogano con nuove realizzazioni.
Scultura, installazioni, pittura, ma anche fotografia, video e sperimentazioni digitali si susseguono in un connubio di linguaggi e di generazioni nelle quattro sezioni della mostra. Così, accanto alle opere di Mario Cresci, Paolo Gioli (1942-2022), Marisa Merz (1926-2019), Luca Maria Patella, Mario Schifano (19341998), in mostra ci sono le opere site specific di nuova commissione: quelle di Francesco Arena, appunto, e quelle di Benni Bosetto, June Crespo, Thomas Demand, Oliver Laric, Hana Mileti, Luca Monterastelli, Dahn Vo e Dominique White. «Afterimage è un dialogo a più voci tra passato e presente, realtà e suggestione, immaginazione e ricordo», sottolinea Bartolomeo Pietromarchi. «La mostra è nata dalla volontà di riconoscere la specificità dell’Aquila e della sua storia senza trasformare la memoria del sisma del 2009 in un pretesto narrativo ma, al contrario, per aprire lo sguardo e la riflessione su ciò che sopravvive intorno a noi e che insieme a noi si trasforma». Aggiunge Alessandro Rabottini: «Le immagini e le cose, così come i corpi e le storie, sono colti all’interno di una dinamica di perenne trasformazione. I nostri ricordi e gli spazi che abitiamo, le cose che ci circondano così come i simboli che interpretiamo, sono in costante movimento». Sempre oggi prende il via la mostra NXT con le proposte di giovani architetti per lo spazio esterno al museo, selezione vinta da Dandalò di Atelier Remoto.