Musica in tv, una chiave per riportare i ragazzi al piccolo schermo
Se le reti televisive cercano disperatamente il «pubblico giovane», questo risponde in modo talvolta inatteso. Come è accaduto, martedì sera, per «Love MI», il concertone organizzato da Fedez con J-Ax e con uno stuolo di cantanti cari ai millennials, e trasmesso in diretta dalla «giovane» Italia 1.
L’effetto si è in parte ripetuto giovedì, ancora con un concerto, la prima tappa del «Tim Summer Hits», su Rai2. A dimostrazione di quanto si è ben capito anche a partire da Sanremo (ed Eurovision): che l’incrocio di musica e tv rappresenta una chiave possibile per riportare i ragazzi al piccolo schermo. Per quanto riguarda Fedez, gli spettatori sono stati mediamente 1.440.000, per una share record per la rete, oltre il 10%. Se si guarda la fascia standard del prime time, dalle 20.30 alle 22.30, l’ascolto medio cresce sopra 1.600.000 spettatori, e tocca l’11%. La serata targata Tim raccoglie sostanzialmente lo stesso pubblico: 1.578.000 spettatori medi, per una share del 12%. Quel che colpisce di più, però, è il profilo del pubblico: per Fedez il target più giovane (fino a 34 anni) totalizza quasi mezzo milione di spettatori medi, e la share sfiora il 40% sulla fascia 15-24 anni. Tutte le fasce giovani stanno sopra il 15% di share, mentre sugli ultra 65enni si tocca il minimo. Lievemente più misto il pubblico di «Tim Summer Hits». I dati delle platee di maggio e giugno – complice il caldo – sono in calo (a maggio, un milione di spettatori in meno rispetto al 2019). Ma dati sorprendenti vengono da questi live e anche dagli ascolti che Auditel ha iniziato a «riconoscere» da maggio (piattaforme streaming, gaming etc): proprio qui, a giugno, una crescita degli ascolti del 18% sul target giovane (4-17 anni).
Per dirla tutta: non è questione di tecnologie e piattaforme, per attrarre i giovani servono i contenuti giusti. (a.g.)