Corriere della Sera

Zelensky contro il price cap: poco serio

La Russia e il tetto europeo al petrolio: «Non lo accettiamo». E domani scatta anche l’embargo

- An. Duc.

Il messaggio è netto. La Russia «non accetterà» il price cap sul prezzo del petrolio, a dirlo con toni inequivoca­bili è il portavoce presidenzi­ale, Dmitry Peskov. Dal Cremlino arriva l’indicazion­e che «dopo l’analisi, che verrà effettuata rapidament­e, informerem­o di conseguenz­a». La replica di Mosca alla decisione del Consiglio europeo, di fissare a 60 dollari al barile il prezzo del greggio russo, prelude, insomma, uno scenario di ulteriore instabilit­à. L’intento dell’Unione europea è stingere una morsa intorno a Mosca per quanto riguarda le forniture di beni energetici che dalla Russia partono verso l’estero. Da domani, non a caso, entrerà in vigore anche l’embargo alle importazio­ni di petrolio (via mare) nell’Ue, un divieto che vale circa il 94% del greggio acquistato fino ad oggi dalla Russia. Si aggiunga che il price cap alla commercial­izzazione del petrolio russo, sebbene nato in ambito G7, è visto con favore anche da alcuni Paesi asiatici. L’introduzio­ne del tetto viene, dunque, interpreta­to da Mosca come una fortissima minaccia. «Il tetto al petrolio russo può trasformar­e il mondo intero e garantire il predominio dell’Occidente come coalizione su gli altri Paesi del mondo», scrive Sergej Markov, politologo vicino a Putin.

Da Kiev, intanto, interviene il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e contesta la scelta adottata in sede Ue. «Purtroppo, la decisione presa sul price cap per il petrolio russo non è seria», spiega, sottolinea­ndo che «la Russia ha già causato danni colossali, destabiliz­zando deliberata­mente il mercato dell’energia, e il mondo non può osare di disarmarlo veramente dal punto di vista energetico. Questa è una posizione debole, ed è solo una questione di tempo prima che si debbano comunque applicare strumenti più forti». Zelensky chiede misure più severe e ricorda che il prezzo del petrolio russo è stato fissato a 60 dollari, invece che a 30 come volevano la Polonia e i Paesi baltici. «A beneficiar­ne sarà il bilancio russo che riceverà circa 100 miliardi di dollari all’anno. Denaro che andrà non solo alla guerra, ma verso un’ulteriore destabiliz­zazione proprio di quei Paesi che ora stanno cercando di evitare decisioni serie».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy