Corriere della Sera

Manovra, esame a tappe forzate Sul Pnrr 30 obiettivi entro fine anno

La Russa: ci criticano? Vuol dire che siamo nel giusto. Anci: subito 1 miliardo per i Comuni

- Adriana Logroscino Fabio Savelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ROMA Ingorgo manovra. E scadenza Pnrr. Ventisette giorni per una corsa contro il tempo. Una finanziari­a mai così all'ultimo minuto. Mentre il dibattito intorno alla legge di bilancio resta vivace.

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, fa profession­e di fiducia e difende il provvedime­nto. «Siamo stati criticati da Confindust­ria e sindacati: siamo nel giusto». Poi punge anche chi avanza rilievi dall’interno del governo. Se l’intervento sul limite del contante «è positivo purché sia uniforme in tutta Europa», la distanza di fondo con l’alleato leghista resta marcata: «Renzi non c’entrava nulla con la sinistra, come Salvini non c’entrava niente con un progetto italiano, perché il suo era un disegno localistic­o. Mentre Salvini va a formare un partito nazionale, quando prima fischiavan­o l’inno nazionale, noi abbiamo una leader figlia delle nostre idee».

Le polemiche sulla manovra, però, arrivano da più parti. Per il leader del M5S, Giuseppe Conte, «il governo si assume una grande responsabi­lità se tutte le fonti autorevoli confermano che il pos obbligator­io solo dai 60 euro in su e il tetto al contante a 5.000 favorisce il sommerso». Cgil, Cisl e Uil annunciano un emendament­o per fermare la flat tax e ogni genere di condono. E l’Anci invoca «oltre un miliardo», indispensa­bile per far quadrare i conti dei Comuni in consideraz­ione del caro energia. «Occorre affrontare uno scenario inedito — scrivono i sindaci — adottando un approccio simile a quello praticato di fronte alla pandemia».

In questo quadro, i tempi particolar­mente stretti, effetto delle elezioni convocate per la prima volta alle porte dell’autunno, sono una variabile di cui tenere ben conto. L’orizzonte è il 31 dicembre, data entro la quale il testo finale dovrà essere approvato anche dal Senato, dopo il sì alla Camera, in caso contrario scatta l’esercizio provvisori­o. La prima tappa è mercoledì 7 dicembre, scadenza del termine per gli emendament­i, che potrebbero essere migliaia. A seguire la valutazion­e del ministero dell’Economia: gli uffici sono chiamati a un ritmo mai così serrato. Quindi il testo potrà cominciare l’esame in commission­e, alla Camera, per essere sottoposto all’attenzione dell’Aula dal 20.

Decisivo sarà anche l’atteggiame­nto delle opposizion­i: l’ostruzioni­smo potrebbe rallentare tutto e far slittare l’arrivo a Palazzo Madama. Per blindare la manovra potrebbe essere indispensa­bile un’intesa con Terzo Polo, Pd e M5S accogliend­o qualche richiesta di modifica pur senza concedere «assalti alla diligenza». Per questo, appare già destinata alle richieste dell’opposizion­e una parte — 140 milioni su un totale di 400 — del tesoretto assegnato ai gruppi parlamenta­ri per finanziare gli emendament­i.

L’ultimo giorno dell’anno è anche il termine per la realizzazi­one dei 30 dei 55 obiettivi ancora pendenti per ottenere la prossima rata da 19 miliardi della Ue relativa al Recovery plan. Con la complicazi­one che alcune strutture ministeria­li sono in ritardo rispetto alla consegna dei decreti attuativi e degli obiettivi da presentare a Bruxelles. Le maggiori criticità arrivano dal ministero per l’Ambiente, che sovrintend­e a una spesa di oltre 35 miliardi. La previsione quando fu approvato era di 42 miliardi al 31 dicembre, poi è stata corretta al ribasso a 33, una prima volta, e ancora a 22 a settembre. «Temo che la percentual­e non sarà molto alta e sarà distante dai 22 miliardi», ha lanciato l’allarme il ministro Raffaele Fitto.

I sindacati

Cgil, Cisl e Uil puntano a un emendament­o per fermare la flat tax e i condoni

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