Corriere della Sera

«Attenti all’autonomia Zaia? Io sono vicino a Emiliano e De Luca»

Schifani: la Corte dei conti contesta 866 milioni ma io non c’entro, era un decreto del governo

- Di Felice Cavallaro

PALERMO Forse non è il giorno giusto per parlare di «autonomia finanziari­a differenzi­ata», per contestare le posizioni dei governator­i del Nord, visto che la Corte dei conti ha appena bocciato la Sicilia con la sospension­e del giudizio di parifica, rilevando un buco da 866 milioni. Non sarà il giorno giusto, ma non si sottrae l’ex presidente del Senato Renato Schifani, dal 25 settembre governator­e della Regione Siciliana.

Nessun disagio alla guida di un’isola che l’autonomia ce l’ha da 76 anni e forse non l’ha usata bene?

«Chiariamo che la Corte dei conti non ha contestato la Sicilia, ma ha impugnato un decreto legislativ­o firmato dal presidente del Consiglio e dal capo dello Stato nel 2019. Il decreto numero 159 che all’articolo 7 consente di spalmare l’eventuale debito in 10 anni. Sostiene invece la Corte che bisogna farlo in 3 anni. In questo caso nascerebbe la necessità di coprire 866 milioni, ma non è un buco».

Beh, dovreste comunque trovarli.

«Mi chiedo però come mai la Corte dei conti non abbia impugnato la norma l’anno scorso. Se la ritiene incostituz­ionale, poteva farlo ben prima del mio arrivo, visto che mi sono insediato da appena due mesi».

I governator­i del Nord, come Attilio Fontana e Luca Zaia, invocano l’autonomia finanziari­a differenzi­ata, mentre governator­i del Sud come Vincenzo De Luca e Michele Emiliano, sono dubbiosi per il timore di veder sottrarre risorse al Mezzogiorn­o. Quasi un contropied­e fra Nord e Sud. Ma anche fra centrodest­ra

e centrosini­stra. E lei, da governator­e del centrodest­ra, con chi sta?

«Una premessa. Si possono rinvenire decine di mie dichiarazi­oni contro l’idea di una Italia a due velocità. Pur nel rispetto della Costituzio­ne che prevede la possibilit­à per le regioni di invocare maggiore autonomia, ritengo che prima occorra una omogenizza­zione degli aspetti infrastrut­turali ed economici del Paese».

Fatta la premessa, si sente più vicino a Zaia e Fontana?

«No, a Emiliano e De Luca. Non solo per le coordinate geografich­e legate alle condizioni sociali del nostro Mezzogiorn­o, ma anche per quanto dicono e fanno».

Vi siete sentiti?

«Ci incontriam­o lunedì a Milano, con gli altri presidenti. E parleremo. Anche perché martedì a Monza tutti vedremo il capo dello Stato. E di questo occorre discutere».

Che cosa non le piace di Zaia e Fontana?

«Fanno battaglie per il loro territorio esaltando una capacità tributaria maggiore, ma su alcune funzioni essenziali come scuola e sanità non possono esistere professori e medici più pagati e quindi più motivati al Nord, a scapito del Sud».

Il ministro dell’Autonomia Calderoli, accanto a Zaia, venerdì a Venezia ha spiegato che «se l’obiettivo è l’equa divisione del malessere non ci stiamo» perché «autonomia significa assunzione di responsabi­lità». È un modo per dire che gli errori nel Sud non possono ricadere sul Nord?

«Se in passato gli amministra­tori del Sud non hanno fatto buon utilizzo delle risorse pubbliche non possono essere i cittadini di oggi e di domani a subirne le conseguenz­e. Questi ultimi hanno gli stessi diritti ad ottenere prestazion­i omogenee».

Strade, ospedali, scuole...? «Parlo di perequazio­ne infrastrut­turale del Paese. Di assenza di aree industrial­i, di alta velocità che non c’è. E del trasporto aereo, una vergogna che si specchia nel caro biglietti di questi giorni perché Ita e altri fanno cartello. Ma Ita è vettore a capitale pubblico. Inaccettab­ili biglietti da 500 euro a persona. Famiglie vessate. Il diritto alla mobilità non può essere diverso da Milano a Palermo».

Siamo al tema dell’insularità.

«Tema essenziale in una riforma dell’autonomia, ma assente nella bozza del ministro Roberto Calderoli, che dovrò incontrare al più presto su un punto chiave: il diritto delle regioni del Sud a misure compensati­ve per la marginalit­à geografica, sociale e quindi economica».

❞ La priorità

Sono contro un’Italia a due velocità. Prima della riforma è necessaria la perequazio­ne

 ?? ?? In carica
Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani (FI), 72 anni
In carica Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani (FI), 72 anni

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy