Corriere della Sera

Più concorrenz­a contro l’inflazione

L’aumento dei prezzi ha raggiunto il picco o no? Dipende anche dalle imprese Su «L’Economia» in edicola domani con il «Corriere»

- Alessandra Puato

Ma l’inflazione è davvero calante? Ha raggiunto il picco o no? Dipende anche dalla capacità di reazione delle imprese, cioè da quanto sono competitiv­e. Perché ciascuna può trasferire i rincari dell’energia e delle materie prime sui prezzi al consumo in modo diverso, innanzitut­to, e gli effetti di questi ritocchi si vedranno più avanti. Ma anche perché in Europa sull’inflazione si recita a soggetto: ogni Paese ha una propria dinamica. Chi saprà governare meglio la situazione potrà tenere i prezzi più bassi e far ripartire gli acquisti.

È la tesi di Ferruccio de Bortoli che, sull’Economia del Corriere della Sera in edicola domani gratis con il quotidiano, analizza la fase 2 dell’impennata del carrello della spesa. «Non dobbiamo illuderci che l’inflazione sia un fenomeno d’importazio­ne, che non dipenda da noi — scrive —. Il dato Istat di novembre segna un aumento dell’11,8% sull’anno e dello 0,5% dal mese precedente. Già il fatto che sia stabile è una buona notizia. A livello internazio­nale però gli indici vanno giù. Decisament­e». Negli Usa in ottobre il termometro dei prezzi «è sceso sotto l’8%, in Europa è calato al 10%, in Spagna è metà dell’Italia».

E siccome «là dove la concorrenz­a è minore e la trasparenz­a relativa si creano occasioni di ritocchi dei listini non giustifica­te dall’andamento dei costi», siamo in un momento delicato. Chi alza i prezzi indiscrimi­natamente danneggia il mercato, chi invece segue le regole della competitiv­ità sana resiste e fa, soprattutt­o, resistere il motore trainante dell’economia: il consumator­e. Perciò, conclude de Bortoli, «conteranno ancora di più il livello di competitiv­ità dell’industria e il volume degli investimen­ti». Perché l’inflazione non diventi una trappola.

È chiaro che peserà l’efficacia degli interventi del governo a supporto delle imprese, oltre che del potere d’acquisto dei cittadini. In sostanza, la politica industrial­e. Che per l’esecutivo in carica dovrà affrontare un altro inciampo, le partite aperte delle partecipat­e in crisi: Ita, l’ex Ilva e la Tim. Più la raffineria Lukoil a Priolo che, fermandosi per l’embargo al greggio russo, danneggere­bbe 10 mila famiglie in Sicilia. Quattro dossier caldi, di stampo pubblico-privato, dove l’approccio sovranista non è detto che funzioni.

La copertina è dedicata a Francesca Bellettini, presidente e amministra­trice delegata di Saint Laurent: punta a 5 miliardi di ricavi (dai quasi 3 attuali), ha eliminato i saldi e il prossimo febbraio aprirà la sede a Scandicci con 300 persone.

Tra i personaggi della settimana ci sono Prisca e Massimo Di Martino, figlia e padre: con la loro Abiogen vogliono fare altri acquisti in Francia e Spagna, dopo l’ultimo in Germania. C’è Federica Boffa Pio, che ha raccolto il testimone della Pio Cesare e porta il Barolo anche alle Maldive. C’è Paola Artioli che con la sua Asonext, acciai speciali, cresce del 30% in un anno. E c’è Olga Urbani che con il gruppo di famiglia studia la coltura idroponica del tartufo.

Nella sezione Risparmio trovate i calcoli per il saldo della seconda rata dell’Imu, il 16 novembre.

Pio Cesare porta il Barolo alle Maldive, Urbani studia la coltura idroponica del tartufo

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