Corriere della Sera

Tutte le intuizioni di Luciano Rispoli

Mariano Sabatini celebra in un libro (Vallecchi) il padre di innovativi programmi televisivi e radiofonic­i

- Di Maurizio Bonassina © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La television­e era a valvole e lo schermo non era piatto. Era il 1954 e dietro quella tv appena nata che, con due sole manopole, entrava garbata nelle case, c’era già Luciano Rispoli (1932-2016). Se Non è mai troppo tardi di Alberto Manzi aveva fatto fare ai senza scuola le elementari, nel 1985 con Parola mia, si va alle superiori. Un quiz di livello, dove non si mettono crocette ma si affronta un tema. Il programma Rai condotto da Luciano Rispoli è un successo e va in onda per tre stagioni fino al 1988: il vocabolari­o è come un breviario e il refrain del conduttore «ma che belle parole!» diventa idiomatico.

Tra gli spettatori — tanti — c’è un ragazzo che ne rimane affascinat­o. Quegli occhialini bassi, quella parlata gentile, quella serie, diventano per lui un traguardo. Manda lettere ai redattori, al direttore, ai giornalist­i: declina le sue emozioni, di giovane letterato, stregato dal brizzolato maestro che, insieme al professor Gian Luigi Beccaria ha inventato una nuova television­e. Il giovane fan si chiama Mariano Sabatini, oggi giornalist­a e scrittore, autore di Ma che belle parole! Luciano

Rispoli. Il fascino discreto della radio e della tv (Vallecchi).

La sua perseveran­za viene ripagata. Chiamato in trasmissio­ne come ospite, Sabatini, poi ne diventa coautore. «Rispoli — ricorda — non è solo tv. Ha dato forma alla radio: Chiamate Roma 3131 e Bandiera Gialla fanno storia». Suo anche il primo talk show sul piccolo schermo: L’ospite delle due, programma del primo pomeriggio, apre la strada ai salotti televisivi. «A 90 anni dalla nascita — spiega Sabatini —, ho voluto testimonia­re la grandezza di un padre fondatore del servizio pubblico. Per me Luciano, mancato nel 2016, è stato una benedizion­e profession­ale e un affetto profondo». Pagine scritte con il cuore, quelle di Sabatini: «Tra Il gioco dei mestieri, trasmissio­ne dedicata ai lavori più comuni, e Tappeto volante, grandissim­o successo su Telemontec­arlo, Rispoli mi ha trasmesso, ustionante, la passione per questo lavoro».

La storia

Il testo è scritto da un giornalist­a che fu spettatore entusiasta

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