Il pararigori Szczesny agita la vigilia di Mbappé
Francia poco precisa dal dischetto, agli Europei pagò l’errore di Kylian
DOHA Un po’ di paura è di rigore. Anche per i campioni del mondo. Anche per Kylian Mbappé, il fenomeno del presente che vuole archiviare l’era di Messi, Ronaldo e già che ci siamo pure Lewandowski.
Alla sfida con la Polonia la Francia arriva con un turno di riposo dei titolari, che è costato la sconfitta con la Tunisia. Ma anche con tante certezze e una sottile inquietudine. I Bleus hanno perso quattro volte su sette ai calci di rigore tra Europei e Mondiali: le ultime due sono la finale del 2006 con gli azzurri e i quarti dell’Europeo scorso
con la Svizzera, che ha così tolto i campioni del mondo dal tabellone dell’Italia di Mancini. Fu proprio Mbappé a calciare l’ultimo rigore, facendoselo respingere da quel diavolo di Sommer, che poi ha dato il suo grosso contributo alla mancata qualificazione italiana al Mondiale. Il portierone svizzero toccherà al Portogallo di Ronaldo. Ma non è che alla Francia sia andata meglio, anzi: Szczesny ha già parato due rigori, all’arabo Al Dawsari e a Leo Messi.
Processato dal tribunale dei social per avere (forse) appoggiato
il piede fuori dalla riga di porta nella prima occasione, Szczesny ha mostrato a tutto il mondo le sue qualità di pararigori, frutto di un lungo lavoro di studio: «Alla Juve con il preparatore Filippi abbiamo trovato un metodo per fare l’analisi dei rigoristi e ogni tanto arriva la parata. Negli ultimi due anni, i rigori parati sono più di quelli subiti: direi che il metodo funziona».
Il polacco — che in carriera ha respinto la bellezza di 26 rigori su 61 (42%) — è il terzo portiere a pararne due in un Mondiale dopo il connazionale Tomaszevski e l’americano Friedel: merito dell’analisi statistica dei rigoristi, basata sulle loro opzioni più frequenti e sulle variabili utilizzate e individuate dai movimenti con cui si avvicinano al dischetto.
Il mitico «Tomek», mai tenero nei suoi giudizi su Szczesny, è l’eroe di Wembley 1973, la gara con gli inglesi che portò la Polonia al Mondiale del ‘74, dove lui parò i rigori dello svedese Tapper e del tedesco Hoeness: quella squadra arrivò terza, questa ha giocato finora il peggior calcio fra le sedici qualificate agli ottavi, anche se Deschamps teme il trappolone: «Non va sottovalutata. E Lewandowski va isolato».
La Francia ha metabolizzato l’assenza di Benzema, che ha pur sempre sbagliato 4 degli ultimi 7 rigori calciati. Che dire però di uno degli uomini chiave del c.t., questo Griezmann sempre più regista offensivo? Addirittura 6 degli ultimi 8 li ha ciccati, un dato inquietante. Mbappé si difende molto meglio con 11 centri negli ultimi 15 tentativi. Ma il porto sicuro resta Giroud, che non sbaglia un rigore da dieci anni, certamente perché ne calcia meno: 15 su 15 però è un buon punto di partenza. E poi c’è l’altro anti-Szczesny, capitan Lloris, fermo a 18 parate su 95 rigori (18%): «A Euro 2012 — ha raccontato il preparatore del portiere francese — abbiamo studiato il 95% delle zone dove calciava lo spagnolo Xabi Alonso. Ha tirato nel restante 5%. Quindi sapere tutto a volte non serve a niente». A volte però può cambiarti la vita.
Il metodo
Il portiere della Polonia: «Alla Juve studio gli avversari con Filippi: un metodo che funziona»