INTERVENTI E REPLICHE
«Il giorno di Pasqua con il “finto” agnello»
Io, nato nel 1940, ne ricordo parecchie di domeniche di Pasqua della guerra e dell’immediato dopoguerra, con poco cibo, con un pane fatto di farina e segatura, zuppe preparate con bucce di patate e fave e un bel «ruoto» di finto capretto al forno. Sì, finto! Si preparava con qualche cucchiaio di sugna, un poco di aglio, cipolle, patate, un rametto di rosmarino, sale e pepe… Oggi, se si rinunciasse all’agnello, posso assicurare che non mancherà quella pietanza, come non mancava a noi bambini del ’40. C’era miseria, è vero, ma c’era più semplicità e più cuore, cose che ancora possiamo ricreare adesso attorno alla nostra tavola.
Raffaele Pisani, Catania
«Francia, sì alla riforma delle pensioni»
Non mi piace Macron, ma per quanto riguarda la riforma delle pensioni penso abbia assolutamente ragione. Ancora una volta i francesi si stanno dimostrando incapaci di accettare la realtà, realtà che dato il prolungarsi della vita media rende inevitabile ritardare l’andata in pensione: una volta tanto ad essere inadeguato non è chi governa il popolo ma il popolo governato.
Roberto Bellia, Vermezzo con Zelo
«L’eccidio delle Fosse Ardeatine»
L’anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine ha evidenziato la responsabilità diretta del fascismo repubblichino con l’invio della lista dei 50 nomi che il Questore di Roma Caruso inviò alla Gestapo per il completamento della lista dei Martiri. Mi permetto osservare che è stata omessa per il Questore l’infausta qualifica di «fascista» che si usa in genere (erroneamente) quando si fa riferimento alla Polizia in quel periodo storico mentre per il caso Caruso andava sottolineata. Infatti Caruso non proveniva dai ranghi della Pubblica Sicurezza (come il tenente Giglio trucidato alle Ardeatine) ma era di nomina squisitamente politica in quanto ufficiale della Milizia Ferroviaria, apparato militare del partito fascista.
Giuseppe Vollono ex questore, Milano