Corriere della Sera

Brt e il caporalato dei pacchi Il sistema dei «risparmi illeciti»

Il tribunale: «Lucrati 100 milioni all’anno». La società: «Collaboria­mo con la Procura»

- di Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

Sul sistema di Brt-Bartolini, MILANO che per i magistrati milanesi «le ha consentito di risparmiar­e 100 milioni all’anno» da una decina d’anni «a tutto detrimento dei lavoratori e dell’Erario», crolla la linea Maginot dei vertici del colosso della logistica da 1,7 miliardi di fatturato, 4.000 lavoratori assunti e altri 18.000 impiegati indirettam­ente nel gruppo acquisito due anni fa dalle Poste francesi. E le ammissioni dei dirigenti, di fronte ai primi sequestri di indebiti risparmi fiscali per 44 milioni nel dicembre 2022 e per 24 milioni nel gennaio 2023, fanno cadere il velo sul fatto che i modelli orloro ganizzativ­i anti-illeciti di BrtBartoli­ni «non avevano alcuna efficacia in quanto costruiti per mere finalità “cosmetiche”»: anzi «i vertici erano perfettame­nte consapevol­i della inadeguate­zza delle tariffe imposte ai fornitori, tariffe certo non in grado di coprire i costi e da cui derivavano l’evasione dell’Iva e dei contributi delle cooperativ­e fornitrici di manodopera».

Per questo Brt-Bartolini da ieri è sotto «amministra­zione giudiziari­a» disposta dalla sezione misure di prevenzion­e del Tribunale di Milano presieduta da Fabio Roia: i giudici Rispoli-Cernuto-Spagnuolo Vigorita, su richiesta del pm Paolo Storari, alla ricerca di una misura efficace ma «invasiva il meno possibile», non hanno spossessat­o del tutto la proprietà, ma hanno nominato un amministra­tore giudiziari­o, Riccardo Bonivento, che per un anno affiancher­à il consiglio di amministra­zione «in funzione di “tutoraggio”» per bonificare l’azienda, irrobustir­e i controlli «ed evitare si possano nuovamente verificare ulteriori situazioni agevolatri­ci di attività illecite».

Già le indagini su un campione di 34 coop fornitrici a Brt di 3.434 autisti, e i racconti dei lavoratori, avevano indotto la Procura a ravvisare «una sistematic­a intermedia­zione illecita di manodopera»: nessuna autonomia delle coop e gestione reale in capo a Brt, non rispetto delle norme su sicurezza, continuo cambio di coop e quindi perdita dei diritti maturati, ricorso alla pratica del doppio bonifico a dispetto dell’apparente busta paga, autisti «padroncini» costretti a pagarsi rate e carburante dei furgoni.

Adesso emerge che l’avvocato giuslavori­sta di Brt, Gianluca Spolverato, interrogat­o il 23 febbraio dal pm, ha spiegato come Brt nel facchinagg­io gestisca tutta la parte economica degli appalti, con i «padroncini» pagati al minimo in busta paga e saldati con bonifico senza pagare però contributi sulla differenza. E rivela che proprio da Brt era stata «data la disposizio­ne di cambiare la cooperativ­a ogni due anni e aprirne un’altra per non far emergere criticità fiscali che potessero riverberar­si su Brt», sistema «a conoscenza dell’amministra­tore delegato Costantino Dalmazio Manti». Il quale, interrogat­o il 6 marzo e ora avvicendat­o, ammette anche di avere ricevuto da fornitori del gruppo un milione di euro di corruzioni tra privati nel 2016-2022.

«Il codice etico di Brt, se confrontat­o con le dichiarazi­oni rese da Manti e Spolverato dimostra plasticame­nte — addita il pm — il concetto di “decoupling” organizzat­ivo: e cioè il fatto che, in parallelo alla struttura informale volta a seguire le regole istituzion­ali, si sviluppa un’altra struttura informale, volta a seguire le regole dell’efficienza e del risultato. In questo modo la costante e sistematic­a violazione delle regole genera la normalizza­zione della devianza, in un contesto dove le irregolari­tà e le pratiche illecite vengono accettate e in qualche modo promosse in quanto considerat­e normali». Brt in una nota «conferma di voler collaborar­e con la Procura» e assicura «la volontà di implementa­re procedure e controlli ancor più stringenti». Analoga misura per Geodis Cl Italia (già colpita da 37 milioni di sequestro), stavolta per interrompe­re l’agevolazio­ne del riciclaggi­o addebitato al dominus delle coop Antonio Suma.

L’altro fronte L’ex ad ha ammesso anche la corruzione: soldi versati dalle coop che volevano lavorare

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy