«A 24 anni sono paralizzato per un tuffo sbagliato in mare Ma riuscirò a rialzarmi»
Gli amici della Bocconi raccolgono 100 mila euro per le cure di Leonardo
In questa storia c’è un prima e un dopo. Il prima è felicità, amici, studi brillanti, sport, viaggi. Il dopo è buio, paura, futuro tutto da immaginare e da riscrivere. In mezzo c’è quel maledetto giorno di fine febbraio a Melbourne, un giorno che ha cambiato l’esistenza di Leonardo Lotto, 24 anni di Aosta, laurea in Economia alla Bocconi e master a Singapore.
In Australia c’era andato per un semestre di «Exchange». Un bagno in mare, una giornata di relax con gli amici italiani. Leo si butta tra le onde, proprio vicino al bagnasciuga. Un tuffo come quello degli altri. Ma a lui va male: la testa batte contro la sabbia. Rimane lì, non riesce a muoversi. Poi la corsa in ospedale all’Alfred Hospital, l’intervento chirurgico, la diagnosi finale: «Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata».
«Ci sono tante frasi che possono avere un impatto sulla tua vita, ma non ce ne sono tante che possono cambiarti completamente la vita come questa... sono paralizzato dalle spalle ai piedi. Riesco a sentire una piccola parte del mio corpo e riesco a muoverne ancora meno».
Quale disperazione possa aver attraversato in quelle ore Leonardo si può solo immaginare. «Non passa giorno che non rifletta su come in un attimo la vita possa cambiare, in un modo che non avrei mai immaginato» scrive a un mese dall’incidente su Instagram.
Nessuno tra gli amici che erano con lui in spiaggia a Melbourne se la sente di raccontare: «Siamo ancora tutti sotto choc e addolorati». Tantomeno vogliono farlo i genitori del 24enne di Aosta, che erano volati in Australia mentre il loro ragazzo era sotto i ferri, travolti dalla notizia. Sono impegnati ora nell’operazione più difficile: iniettare fiducia, motivare. Perché la riabilitazione è una salita lunga e ripida
L’unico a parlare attraverso i social è proprio Leonardo che con grande coraggio si mostra col sorriso nella foto postata sul social network. Indossa una t-shirt bianca con la celebre frase pronunciata da Mario Draghi: «Whatever it takes». «Tutto il necessario». Fare tutto il possibile per recuperare, è questo il nuovo motto di Leonardo. Chi lo conosce lo descrive forte, consapevole, pronto a metterci tutta l’energia in questa nuova sfida: «Non ho altra chance che guardare avanti. Mi aspetta un nuovo viaggio che sarà doloroso e molto duro. Questo non è uno sprint, ma una maratona senza fine».
Centinaia di messaggi da ogni parte del mondo hanno riempito la pagina Instagram di Leo. «Facciamo il tifo per te», «Forza Leo sei un leone», «Never give up, non mollare», «Dimostra a tutti che non ci sono battaglie da cui puoi uscire sconfitto». Leonardo si trova in Italia ora , è ricoverato a Milano, all’ospedale Niguarda.
Lo aspetta un lungo periodo di riabilitazione. Ma non è solo, può contare sull’amore della sua famiglia e degli amici dell’università che non lo mollano un attimo. Per lui hanno avviato una raccolta fondi su gofundme che servirà a coprire i costi delle terapie e della riabilitazione nei centri specializzati. Cure molto costose ma che autorizzano a sperare. La commozione per questa storia muove la solidarietà. In poche ore sono stati raccolti quasi centomila euro. Ma è solo l’inizio.
«Continuerò a combattere e farò tutto ciò che serve — scrive Leo —. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui».