LA MALEDIZIONE DEI NATI NEGLI ANNI SESSANTA
Caro Aldo, se Letta avesse passato il testimone del Pd in 15 giorni come pretendeva quasi tutta l’opinione pubblica, anche con gratuito sarcasmo, ci sarebbe stata la scossa (benefica comunque per la politica) di Elly Schlein? Ci sarebbero stati più di un milione di cittadini che hanno scelto il nuovo corso del Pd? Adesso vedremo cosa riuscirà a fare una giovane donna piena di entusiasmo ma con tutte le incertezze per il futuro, la voglia di diminuire le disuguaglianze sociali e di riattivare, se possibile, l’ascensore sociale con più scuola, più meritocrazia, più lotta all’evasione e ai privilegi, più integrazione con i nuovi arrivati e un ricambio non traumatico della classe dirigente dei progressisti. Farà sicuramente bene alla politica del nostro Paese. Ho torto? Eusebio Baucè
Caro Eusebio,
Leggendo la sua lettera, mi sono ricordato che Enrico Letta è dell’agosto 1966, Stefano Bonaccini del primo gennaio 1967. Elly Schlein non solo è donna. Ha pure vent’anni di meno.
Letta e Bonaccini appartengono alla generazione più negletta nella storia d’Italia. I nati negli Anni Sessanta sono molti, ma — tranne eccezioni che confermano la regola — non contano niente. Soprattutto in politica. Non a caso si è passati da Berlusconi, Prodi, D’Alema, Grillo a Salvini, Meloni, Renzi, Speranza, Di Maio, ora Schlein. Una generazione saltata a piè pari. Forse perché i nati negli Anni 60 si sono formati negli Anni 80, quelli del riflusso e della ritirata nel privato, della fine dell’impegno politico, della febbre del sabato sera e del campionato di calcio più bello del mondo. Persino ballare si ballava da soli, con la disco-music. È una generazione che non ha mai saputo o voluto dire «noi», che non ha un film, un libro, un disco che la definisca appunto come generazione. È composta da persone spesso di grande valore — è l’ultima generazione ad aver fatto studi seri nell’era pre-digitale, ad aver letto i classici a partire da Collodi, De Amicis e Salgari, ad aver avuto il tempo di fantasticare e di annoiarsi —; ma sono persone che tra loro spesso si detestano. Concepiscono il successo come fatto strettamente personale, e il massimo è fare un dispetto all’ex vicino di banco. Anche per questo (e ovviamente non solo per questo) molti coetanei di Letta e Bonaccini hanno avversato Letta e non hanno votato per Bonaccini.