Volontari, il «Tarlo» del gioco pulito per combattere quello d’azzardo
La campagna del Csv di Monza, Lecco e Sondrio con la Ats Brianza Oggetti in legno per divertirsi contro le ludopatie. La rete Tiki Taka
I giochi se li costruiscono da soli. Rigorosamente di legno. Giochi di una volta, cominciando dalla trottola che tra i giochi antichi è la regina. Ma ora i volontari dell’associazione «Il Tarlo» (www.iltarlo.eu), e tra loro anche giovani con disabilità, scendono in campo non solo per giocare ma per insegnare a giocare a chi è malato di gioco d’azzardo. Il progetto in corso nelle due province lombarde di Monza e Brianza e Lecco è molto più di una scommessa. Tra i promotori della campagna #Iogiocopulito sostenuta dalla Ats Brianza ci sono il Csv Monza Lecco Sondrio (www.csvlombardia.it/monza-e-brianza) con la rete Tiki Taka che conta 30 partner e 200 fra organizzazioni e enti locali.
Numeri che aiutano a capire quanto la ludopatia sia sempre più una emergenza. Non certamente solo in Brianza e nel Lecchese, se è vero che in Italia il volume di denaro giocato nel 2021 ha superato il tetto dei 111 miliardi di euro, facendo segnare un +21% rispetto all’anno della pandemia e le previsioni per il 2022 è che sia cresciuto di un ulteriore 30%. Gratta e vinci, lotterie, superenalotto, scommesse sportive, lotto, macchinette, gioco online, ippica, bingo si mangiano l’equivalente di quattro manovre finanziarie. Considerando la popolazione maggiorenne residente in Italia censita dall’Istat, lo scorso anno ogni italiano ha giocato in media 2.229 euro. Ma il gioco d’azzardo coinvolge anche i minorenni nonostante il divieto per legge.
No slot
E si è appena conclusa la formazione per i ragazzi e le ragazze ai quali è stato insegnato a utilizzare i giochi di legno e a spiegare come giocare a un potenziale pubblico. Volontarie e volontari diventeranno così i protagonisti di una serie di eventi di animazione «No slot» che si svolgeranno da ora fino a tutta l’estate. «Va coinvolta a tappeto la comunità che è poco consapevole dei pericoli della ludopatia», spiega Filippo Viganò, presidente del Centro di Servizio per il Volontariato di Monza Lecco Sondrio. «La dipendenza da gioco d’azzardo sta diventando problematica in termini di salute pubblica e di economia. Ed è importante per la cura e ancora di più per la prevenzione saper leggere i segnali, i possibili disturbi e saper orientare le persone verso i servizi specialistici: questo è un possibile deterrente per la diffusione del disagio».
Le concause
Il gioco d’azzardo è facilitato da fenomeni quali l’isolamento e la solitudine. E qui il Terzo settore ha un ruolo centrale. «Siamo nati come artigiani legati al gioco - aggiunge Andrea Poli, vicepresidente de Il Tarlo - e ci siamo sempre occupati di situazioni di disagio e fragilità attraverso il gioco che permette di esprimere meglio se stessi, raggiungere risultati e superare le barriere. Giocare in modo sano aiuta a crescere, insegna le regole sociali e, attraverso il perdere e il vincere, anche i diversi ruoli nella vita. Non si dovrebbe mai smettere di giocare».
Coinvolgere la comunità ora è la sfida: «Il tema della ludopatia è ostico - conclude Simona Macchitella, della rete Tiki Taka - rispetto alle altre dipendenze come alcol o droga. Chi gioca d’azzardo deve poter essere curato ma non accetta di buon grado l’invio a un Sert, c’è meno sensibilizzazione ma anche meno paura. Invece, è una vera piaga sociale. E anche un fenomeno in espansione tra le fasce della popolazione più giovane e più anziana». Ed ecco il ruolo di un centinaio di volontari già operativi in organizzazioni di supporto a persone fragili (trasporto sociale per anziani, distribuzione pacchi alimentari) formati e pronti a diventare «antenne» del disagio legato al gioco.