Cavani, Leone alla carriera: «Una seconda giovinezza»
Una «sorpresa bellissima». Così la regista Liliana Cavani, 90 anni compiuti il 12 gennaio scorso, ha accolto la notizia del Leone d’oro alla carriera attribuitole dalla 80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica della Biennale di Venezia (30 agosto - 9 settembre).
Il prestigioso riconoscimento verrà consegnato anche a Tony Leung Chiu-wai, 60 anni, attore feticcio di registi di culto come Wong Karwai (In the Mood for Love, che valse al divo la Palma d’Oro come miglior attore al festival di Cannes), Zhang Yimou (Hero), John Woo (Bullet in the Head). I premi sono stati assegnati su indicazioni del cda della Biennale, che ha fatto propria la proposta del direttore della Mostra, Alberto Barbera.
«È stata una bellissima notizia del mio risveglio. Una seconda giovinezza», ha commentato Liliana Cavani, in questi giorni negli Stati Uniti, dove partecipa a una tre giorni che l’Università di Princeton, in New Jersey, le ha dedicato. La regista ha concluso le riprese del suo nuovo film L’Ordine del tempo, ora in postproduzione, basato sul romanzo del fisico Carlo Rovelli, e interpretato da Alessandro
Gassmann, Claudia Gerini, Valentina Cervi e Richard Sammel. «Con il tempo io ci collaboro — ironizza l’autrice —, è molto utile averlo presente, io non lo dimentico mai». La pellicola sarà con ogni probabilità presentata in anteprima alla Mostra del cinema di Venezia.
«Con Venezia ho un grande legame», ricorda la regista che partecipò al festival già nel 1965 con Philippe Pétain: Processo a Vichy, Leone di San Marco per il documentario, e poi più volte con Francesco d’Assisi (1966), Galileo (1968), I cannibali (1969), tra gli altri, e, negli anni Duemila,
Il gioco di Ripley (2002) e Clarisse (2012). E poi nel 2012 portò a Venezia Le Clarisse e vinse il premio Pasinetti. «Fu una grande emozione perché mai avrei potuto immaginare la Sala Grande piena di giovani ad applaudire»,
Il direttore del Settore Cinema della Biennale, Alberto Barbera, ha definito Cavani «un’artista polivalente capace di frequentare la televisione, il teatro e la musica lirica con il medesimo spirito non convenzionale, e la stessa inquietudine intellettuale che hanno reso celebri i suoi film».