Corriere della Sera

Iniziato il totoConte

L’allenatore seguito da tre squadre di A: Inter, Juve e Roma ma tutto dipenderà dai singoli piazzament­i Champions Il saluto ai «suoi»: «Grazie a chi ha capito la mia passione»

- Monica Colombo Paolo Tomaselli

Il discorso d’addio, Antonio Conte lo aveva quasi urlato una settimana prima della «risoluzion­e consensual­e» dal Tottenham) arrivata domenica notte con un comunicato: impossibil­e restare dopo aver definito «egoisti» i giocatori e aver rimarcato la storia ventennale del proprietar­io Levy agli Spurs «senza alcun trofeo». Tecnicamen­te non è un esonero, Conte avrà la sua buonuscita (circa 5 milioni), mentre la clausola di rinnovo automatica in caso di quarto posto non si attiverà. Toccherà a Christian Stellini, suo vice storico, centrare la seconda qualificaz­ione Champions in 17 mesi.

Se Luis Enrique, Nagelsmann, Pochettino e De Zerbi hanno già puntato il navigatore su North London, sul ring italiano si registra il rientro di uno dei pesi massimi: Conte ha lasciato in questi anni

Juve e Inter in modo burrascoso, niente nel calcio però è insanabile e dove si è stati bene si può sempre tornare. Tutto è legato al piazzament­o Champions delle singole squadre, comprese Milan (dove Pioli però appare saldo) e Roma, dove è Mou a scegliere il suo futuro. Ma un’ombra si allunga sulle panchine delle nostre big. A cominciare dall’Inter, dalla quale Conte se ne è andato bocciando il progetto Zhang, facendo però valutazion­i sul ridimensio­namento tecnico forse troppo pessimisti­che. Se Inzaghi non dovesse essere confermato, piace De Zerbi, che ha una clausola elevata per lasciare il Brighton (15 milioni). E i rapporti tra Conte e Marotta restano buoni: per i bookmaker è la destinazio­ne più probabile, seguita dalla Juve. Resta infatti forte anche il legame con una parte di mondo juventino: qui più che altrove l’immediato futuro (ovvero l’Europa) è un’incognita e c’è un tecnico come Allegri che nelle difficoltà sta trovando nuove risorse. Ma se ci dovessero essere altri scenari, Antonio resta un primattore sul palco torinese, che è casa sua.

Conte oggi è un tecnico che dovrà forse fare un passo indietro dal punto di vista delle ambizioni e delle richieste economiche, ma che non smetterà certo di imporre la sua idea di calcio, così viscerale da finire spesso malintesa da una parte dei suoi giocatori e dei suoi dirigenti. E anche dei suoi tifosi. Nel suo saluto via social ieri Conte si è rivolto solo a quelli che stanno dalla sua parte: «Il calcio è passione. Ringrazio profondame­nte tutti gli Spurs che hanno apprezzato e condiviso la mia passione e il mio intenso modo di vivere il calcio come allenatore…». L’ex c.t. azzurro non è un tecnico per tutte le stagioni, per tutte le piazze e nemmeno per tutti i giocatori, visto che il suo 35-2 richiede uno sforzo notevole per stare al passo con l’evoluzione del gioco ad altissimo livello.

Conte è tornato a Torino ormai da una settimana. Il suo datore di lavoro nel comunicato d’addio non ha fatto alcun cenno a lui, segno che il divorzio è maturato in un clima di estrema freddezza. Il tecnico negli ultimi mesi ha vissuto anche difficili momenti privati per la morte di due figure di riferiment­o come Gian Piero Ventrone e Gianluca Vialli. A questo si è aggiunto il problema alla cistifelle­a, risolto con un intervento, un grosso spavento e una riabilitaz­ione che Conte ha accelerato, salvo poi doversi fermare più a lungo, piuttosto provato. L’ipotesi di un anno sabbatico a studiare calcio, senza farsi logorare dalle pressioni di vincere a ogni costo, non è a priori da scartare. Sempre che non arrivi una chiamata da Parigi per il dopo Galtier: le risorse dello sceicco stimolereb­bero le ambizioni dell’ex c.t. azzurro.

 ?? (Photo Press) ?? Ripartenza Antonio Conte dopo 18 mesi al Tottenham esce di scena. Molte le squadre di serie A che lo tengono d’occhio
(Photo Press) Ripartenza Antonio Conte dopo 18 mesi al Tottenham esce di scena. Molte le squadre di serie A che lo tengono d’occhio

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