Corriere della Sera

«Non voglio restare sola» Il dolore di chi piange quei bambini «uccisi a caso»

La preside forse ha tentato di fermare l’omicida

- DALLA NOSTRA CORRISPOND­ENTE V. Ma.

«Non voglio essere figlia unica», diceva tra le lacrime la sorella di Evelyn Dieckhaus. Evelyn è una dei tre bambini di nove anni — gli altri sono Hallie Scruggs e William Kinney — uccisi lunedì mattina nella loro scuola a Nashville, in Tennessee. La sorella della bambina, due anni più grande, scrive il quotidiano locale The Tennessean, partecipav­a ad una delle sette veglie di preghiera organizzat­e in meno di 24 ore in memoria delle vittime.

«Facciamo quello che possiamo: pregare», dicono genitori e insegnanti della scuola che è affiliata alla Covenant Presbyteri­an Church, una importante chiesa nella comunità.

Tre bambini «uccisi a caso». Audrey Hale ha sparato in modo indiscrimi­nato, ha preso di mira la scuola ma non quelle persone in particolar­e, dice la polizia. È possibile che la preside, Katherine Koonce, 61 anni, definita «una santa» da una madre, abbia cercato di parlare con Hale nel corridoio, di fronte al suo ufficio. «Ha fatto così tanto per quei bambini, e alla fine ha dato la sua vita per proteggerl­i», dice qualcuno. «Non posso dire che abbia affrontato il killer, ma si sono incontrati nel corridoio» ha detto il capo della polizia di Nashville John Drake. Sul sito della scuola la preside spiegava che l’obiettivo non è sempliceme­nte istruire i bambini, ma «aiutarli a diventare chi Dio vuole che diventino».

Mike Hill, 61 anni, che da tredici era il custode della scuola — un lavoro che «adorava», ha detto la figlia — è rimasto ucciso quando Audrey Hale ha sparato una raffica di colpi contro le porte a vetri per entrare nell’edificio. La terza vittima adulta è la supplente Cynthia Peak, 61 anni.

Nei filmati delle bodycam degli agenti di polizia, si vede come uno di loro superi il corpo di un bambino a terra per fiondarsi rapidament­e al piano superiore, da cui provengono colpi di pistola. Gli agenti sapevano che ogni istante perso significav­a una vittima in più. La prontezza del loro intervento sembra l’opposto dell’incompeten­za delle autorità di Uvalde in Texas, dove morirono 19 bambini e due maestre delle elementari. Ma non è stato comunque sufficient­e a salvare i tre bambini e tre adulti uccisi.

Tra chi ha portato fiori al memoriale per quelle vittime di 9 anni, c’era una donna di 101 anni, Carolyn Modisher: vive in una comunità per anziani che i bambini visitavano spesso, regalando ogni volta una canzone cantata in coro.

La Covenant Presbyteri­an Church a un certo punto ha avuto circa 2.200 membri a Nashville. È affiliata con la Presbyteri­an Church in America, gruppo evangelico conservato­re fondato negli anni Settanta che ha preso le distanze dalla più ampia Chiesa presbiteri­ana perché contrario al sacerdozio femminile. Nel 2019 questa denominazi­one pubblicò la «Dichiarazi­one di Nashville», una presa di posizione conservatr­ice sulla sessualità e l’identità di genere, spiega il New York Times. Un rapporto del gruppo, preparato nel 2020, parla della «natura peccaminos­a dell’omosessual­ità e del desiderio come pure della condotta transgende­r».

Il pastore della chiesa, Chad Scruggs ha perso la figlia Hallie nella strage. Ha descritto la sua bambina come «un dono»: «Attraverso le lacrime dobbiamo confidare che sia ora nelle braccia di Gesù, che la riporterà in vita di nuovo».

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