Il Cio apre: russi neutrali «Uno schiaffo all’Ucraina»
«Solo il Cio può decidere chi partecipa alle competizioni: nessun governo o politico deve interferire. Poi diremo se russi e bielorussi saranno a Parigi 2024. Per ora auspichiamo che le federazioni sportive consentano loro di gareggiare». Alle decine di governi che gli chiedono, a 16 mesi dalle Olimpiadi, di vietare la presenza delle due nazioni che hanno invaso l’Ucraina, il presidente Bach ha risposto ieri leggendo a muso duro un comunicato e rispondendo di malavoglia ai giornalisti. Invece di chiudere, Bach ha aperto invitando le federazioni a ospitare russi e bielorussi che rispetteranno i 7 criteri di neutralità decisi dal Cio. Saranno loro a dover verificare se un atleta «ha mai partecipato a una manifestazione pro guerra», «ha avuto rapporti con agenzie di sicurezza nazionale» o si sia fatto tatuare la famigerata Z che sostiene l’intervento militare. Per ovviare al rifiuto di decine di nazioni di rilasciare visti di ingresso, il Cio vede di buon occhio l’iniziativa di alcuni Paesi asiatici di concedere una sorta di asilo sportivo agli atleti dei due Paesi amici. Nel 2024, poi, Bach deciderà chi andrà a Parigi ricordando a tutti di «non poter discriminare nessuno per via del suo passaporto, come da risoluzione Onu». Furibonda la reazione della politica: «Uno schiaffo all’Ucraina» per Nancy Faeser, ministra dell’Interno tedesca; «un giorno di vergogna per l’olimpismo» per il ministro degli Esteri polacco Wawrzyk. Paradossalmente infuriata anche Stepanova, oro a Pechino 2022: «Caro Cio, vai all’inferno — ha scritto la fondista russa — io non permetterò a nessuno di analizzare le mie opinioni per decidere se parteciperò ai Mondiali». Post accompagnato da una foto con Putin.