Corriere della Sera

Il Settebello cerca il quinto titolo Campagna non si fida della Var

C’è la Croazia tra gli azzurri e l’oro Mondiale. Le ragazze conquistan­o Parigi

- dalla nostra inviata Arianna Ravelli

Un ragazzo incontra una DOHA ragazza e assieme vanno alle Olimpiadi. Il Settebello che oggi si gioca l’oro mondiale contro la Croazia ha dato lo stimolo giusto al Setterosa che al sesto tentativo («e stava diventando un incubo» ammette il ct Carlo Silipo) batte il Canada e conquista finalmente il pass per i Giochi. «Che saremmo andate a Parigi lo avevo promesso con tutta me stessa alla nostra team manager, Barbara Bufardeci, scomparsa qualche mese fa, era lei la nostra forza», piange e ride assieme Chiara Tabani.

A loro volta oggi i ragazzi di Sandro Campagna (impegnati ieri in un’ora di allenament­o tra nuoto e schemi di fianco all’impianto che ospitava le ragazze) dovranno sfruttare l’onda positiva e l’entusiasmo che si è diffuso nel gruppo per completare l’opera. Nel «processo di apprendime­nto alla sofferenza», nel corso accelerato di tenuta mentale, che deve essere questo Mondiale secondo il ct guru in preparazio­ne dell’Olimpiade, è rimasta l’ultima stazione della via Crucis: la finale contro la Croazia guidata da Ivica Tucak, vecchia conoscenza dell’Italia visto che ha giocato a Sori e Palermo. Dopo la semifinale con la Spagna, arriva un altro grande classico della pallanuoto anche se è il primo incrocio in una finale mondiale: nel 2012, invece, fu finale olimpica con la Croazia di Ratko Rudic che vinse per 8-6 malgrado l’Italia avesse eliminato Ungheria e Serbia. Per i bookmakers invece oggi vinciamo noi.

È la terza finale delle ultime quattro edizioni per il Settebello (l’ottava in totale), alla caccia del quinto titolo. L’ultimo risale al 2019, Gwanju, contro la Spagna in finale.

Insomma, passano anni, governi, piscine, ma il Settebello è sempre lì: «La tradizione conta — commenta Campagna che ha vinto un oro e un argento da giocatore e due ori e un argento da tecnico —, è un po’ come per la scherma: a Napoli, in Liguria, in Sicilia si giocherà sempre a pallanuoto, tra ventimila praticanti dieci buoni li troviamo. Io sono a capo anche delle giovanili, quindi monitoro i ragazzi già dai 14 anni e a 19 li posso inserire che sono già pronti».

Un po’ come ha fatto con Francesco Ciccio Condemi, 20 anni, decisivo contro la Spagna con i suoi guizzi, o con Matteo Iocchi Gratta, «il sangue fresco in quell’organismo che è una squadra». Il cuore e il polmone sono invece i ragazzi del gruppo storico, che erano già in acqua a Gwanju, il bomber Di Fulvio (16 gol per lui, con Fondelli a 15, la sfida è con Fatovic, miglior marcatore croato con 18), il portiere Del Lungo, mvp contro la Spagna che per gestire l’ansia sente 3-4 volte al giorno moglie Alessandra e figlia Vittoria (di là c’è il totem Marko Bijac, ex Pro Recco, 33 anni e campione nel 2017), poi Echenique, Di Somma, Velotto, Nicosia, Renzuto.

Chi sa, dice che la chiave della sfida sarà la nostra difesa: in semifinale con la Francia, regolata solo ai rigori dopo aver incassato dieci reti, la Croazia non è apparsa blindata. «Ma guai a sottovalut­are ogni dettaglio — mette in guardia Campagna —. Con questa Var poi, che c’è solo ai Mondiali, e che arbitri e giocatori devono ancora imparare a gestire, le cose possono cambiare a ogni momento». Ma anche sulle polemiche da Var in Italia vantiamo una certa tradizione.

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Andrea Fondelli al tiro contro la Spagna
(LaPresse) Centrovasc­a Andrea Fondelli al tiro contro la Spagna

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