Il funerale dell’icona Lgbt nella chiesa di San Patrizio: insorgono i tradizionalisti
L’addio a Cecilia Gentili. Il parroco furioso: ora messa riparatrice
L’arcidiocesi di New York ha 2,8 milioni di fedeli e 296 parrocchie attraverso dieci contee (Putnam, Bronx, Dutchess, Orange, Manhattan, Sullivan, Westchester, Ulster, Staten Island, Rockland). Un discreto numero di chiese dell’arcidiocesi è Lgbt-friendly, più flessibili cioè in materia di diritti rispetto alle posizioni del dicastero vaticano per la dottrina della fede.
La cattedrale di San Patrizio, gioiello neogotico di James Renwick (architetto dello Smithsonian e della Corcoran Gallery of Art a Washington) sulla Quinta avenue tra la 50esima e la 51esima strada, proprio di fronte al Rockefeller Center, non appartiene al numero di quelle chiese più progressiste; è per questo che il funerale di un’attivista per i diritti delle persone trans, delle prostitute e degli immigrati ha provocato inevitabili polemiche.
Giovedì scorso, spiega l’arcidiocesi, la cattedrale «è stata indotta» a ospitare un funerale definito «sacrilego»: non sapevano che le esequie fossero quelle di Cecilia Gentili, argentina, immigrata illegalmente negli Usa nel 2000, passata dalla detenzione per prostituzione nel carcere di Rikers Island a un ruolo importante di attivista nella comunità Lgbt newyorchese (anche la governatrice dello Stato, Kathy Hochul, aveva twittato il suo lutto per la scomparsa di Gentili), scrittrice e attrice. Vogue aveva inviato al funerale, pubblicando le immagini sul proprio sito, il grande fotografo Ryan McGinley. Titolo del lungo articolo di cronaca: «L’eredità matriarcale di Cecilia Gentili».
Il reverendo Enrique Salvo, parroco di St. Patrick, ha scritto sul sito dell’arcidiocesi: «Grazie a tutte le persone, e sono tante, che ci hanno fatto sapere di condividere la nostra indignazione per il comportamento scandaloso che ha avuto luogo nel corso di un funerale qui nella cattedrale di San Patrizio all’inizio di questa settimana. La cattedrale sapeva solo che la famiglia e gli amici chiedevano una messa funebre per una persona di fede cattolica, e non aveva idea che la nostra accoglienza e la nostra preghiera sarebbero state degradate in modo così sacrilego e ingannevole. Il fatto che un simile scandalo sia avvenuto nella “Parrocchia dell’America” peggiora le cose», tra l’altro durante la Quaresima. Salvo ha garantito che verrà celebrata una messa di riparazione (per il diritto canonico, il rito penitenziale è volto a rimediare a un «atto gravemente lesivo» che venga commesso in un luogo sacro ai fedeli).
Qual è lo «scandalo», esattamente, che ha suscitato una reazione così decisa e la scelta di una messa di riparazione per sanare l’oltraggio alla fede?
Il problema non è tanto quello che, a detta di Ceyenne Doroshow, attivista di Trans Black Lives Matter e organizzatrice del funerale, Gentili fosse atea e la scelta di St. Patrick è nata in base al semplice fatto che la cattedrale «è un’icona, e lei era un’icona».
Il problema è che era inevitabile, anche al di là dell’abbigliamento
L’ultimo saluto
Mille persone nella cattedrale simbolo di Manhattan per salutare l’ex prostituta scrittrice
fantasioso (minigonne, calze a rete, top colorati) di alcuni (la chiesa era obiettivamente piena, più di mille persone, come ha notato con piacere anche il prete), che disturbassero i cattolici più tradizionalisti cartelli come «Santa Cecilia, la madre de todos las putas», cioè «Santa Cecilia madre di tutte le puttane» e le danze nella navata centrale e la tradizionale foto della defunta ai piedi dell’altare con un’aureola sopra la testa e le parole «travestito», «puttana», «beata» e «madre» sopra il testo del Salmo XXV.
Salmo peraltro liberamente consultabile da tutti, cattolici e laici, Lgbt e etero, su carta o digitalmente: «Non ricordare i peccati della mia giovinezza: ricordati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore».
L’arcidiocesi
Il reverendo: la nostra accoglienza degradata in modo sacrilego e ingannevole