La Germania guarda se stessa fra resistenza al nazismo e conflitti familiari
Avedere i film tedeschi presentati in concorso alla Berlinale, verrebbe da dire che la Germania continua a voler (o dover) fare i conti con se stessa. Col suo passato ma anche col suo presente. Guarda indietro In Liebe, Eure Hilde (Con affetto, la tua Hilde) del veterano Andreas Dreser che ricostruisce la breve militanza antinazista di Hilde Coppi (Liv Lisa Fries), entrata per amore di Hans (Johannes Hagemann) nel gruppo conosciuto come «Rote Kapelle». Ma più che puntare sulla loro attività resistenziale (a dir la verità abbastanza ridotta, come si spiega alla fine) il film segue l’odissea di Hilde, incinta quando fu arrestata, di cui ripercorre la breve esperienza di mamma (partorì in carcere e visse col figlio pochi mesi prima di essere ghigliottinata) per metterne in evidenza la dignità e la coerenza, che seppe mantenere fino al momento dell’esecuzione. Come per ricordare attraverso di lei tutta una generazione di giovani mossi da ideali libertari più che politici che il nazismo stroncò senza pietà, cancellando completamente chi avrebbe potuto costruire una diversa Germania. Decisamente meno edificante la storia raccontata da Sterben (Morire) di Matthias Glasner, la cui serie Das Boot si è vista anche in Italia. Il film si prende tre ore per raccontare i nodi affettivi e conflittuali che tengono insieme (e a volte respingono) un padre, una madre e due figli, il direttore d’orchestra Tom (Lars Eidinger) e la paramedica odontoiatrica Ellen (Corinna Harfouch). L’incapacità di esprimere i propri sentimenti sembra unire le due generazioni dentro una specie di «maledizione esistenziale» che ognuno cerca di affrontare come può, ubriacandosi lei, accudendo lui la figlia (non sua) della sua ex. Una materia da melodramma che però il registasceneggiatore racconta con una buona dose di ironia (la scena in cui la madre cerca di ricordare a Tom se da piccolo l’aveva buttato per terra perché esasperata dai suoi pianti o gli era solo scivolato dalle braccia è da antologia) riuscendo dopo ogni episodio a far ritrovare ai suoi non-eroi una riserva d’energia che tutto sommato li fa andare avanti.