PERCHÉ L’AMERICA (E UN PO’ LA CINA) HANNO VINTO LA GUERRA IN VIETNAM
Caro Aldo,
lei scrive che non sempre le guerre sono vinte da chi esce vincitore dal campo, e cita in particolare la Spagna — e fin lì la capisco — e il Vietnam; e lì non la capisco proprio. In Vietnam la guerra l’hanno vinta i comunisti.
Carlo Valli, Milano
Caro Carlo,
In Vietnam oggi non c’è il comunismo (proprio come in Spagna non c’è il franchismo). L’economia vietnamita galoppa proprio perché c’è il capitalismo, cioè il modello economico americano. Ero stato in Vietnam nel 2008 a intervistare il carceriere di McCain e l’anno dopo a intervistare il presidente, che celebrava il sorpasso sulla Germania a quota 84 milioni di abitanti. Ci sono tornato il mese scorso: i vietnamiti stanno per varcare la soglia dei cento milioni (nel frattempo la Germania è stata superata dalla Turchia e dall’Iran). I vietnamiti sono un popolo giovane. La maggioranza è nata dopo la fine della guerra. Il museo di Saigon — che oggi si chiama Ho Chi Minh — è fatto da armi catturate agli americani e da fotografie scattate da americani; se ne esce convinti che gli americani fossero dalla parte del torto; ma è comunque un museo più americano che vietnamita.
Il Vietnam era un Paese filosovietico, non filocinese. Aveva un vicino filocinese, la Cambogia: lo invase, ponendo fine ai massacri di Pol Pot. Con la Cina combatté anche una guerra di confine, in cui i due eserciti si saggiarono più che massacrarsi. Il crollo del Muro parve spostare la Cambogia e lo stesso Vietnam nella sfera di influenza americana: Clinton venne in visita, pure McCain fece pace con i suoi carcerieri. Ma le difficoltà di Washington e l’espansione di Pechino hanno fatto sì che oggi, come molti altri Paesi del Sud-Est asiatico, Vietnam e Cambogia siano entrate nel sistema economico cinese.
Il Sud-Est asiatico era diventato un’ossessione degli americani da quando avevano perduto la Cina con la vittoria di Mao nella guerra civile. Douglas MacArthur pensò di rifarsi usando l’arma nucleare contro i cinesi nella guerra di Corea, ma il presidente Truman lo esautorò, e il generale prese congedo con un discorso memorabile («i vecchi soldati non muoiono mai, svaniscono»). Gli americani si ritirarono dal Vietnam solo dopo lo storico viaggio di Nixon e Kissinger a Pechino: ormai parlavano con i cinesi, e non avevano più l’esigenza di immolare i G. I. per Saigon. Forse pure oggi siamo ancora in tempo per evitare una nuova guerra fredda, logorante per tutti.