Ferrari da primato se non gira Verstappen
Sainz davanti alla Red Bull di Perez, la nuova Rossa promossa anche da Leclerc
Uno scatto per l’orgoglio, una maratona per convincere. Aria nuova nel deserto, una Ferrari che sgobba e produce speranze. A Maranello avevano mantenuto un profilo basso in attesa dei verdetti della pista. Ieri l’asfalto del Bahrein ha detto parecchie cose: 1) Carlos Sainz ha una gran voglia, nonché un bisogno impellente, di mettersi in mostra all’inizio della fine della sua avventura in rosso; 2) la nuova macchina, SF-24, è nata bene, risponde ai comandi nello stesso modo in cui è stata concepita al simulatore; 3) la Red Bull in mano a Sergio Perez non ha i superpoteri come quando guida Verstappen; 4) nel gruppo di inseguitori la McLaren è messa bene, la Mercedes abbastanza bene, ma la Ferrari sembra quella più attrezzata.
Sainz ha realizzato il miglior tempo (1’29’’921, due decimi più lento della pole 2023 di Verstappen a Sakhir) utilizzando le gomme più soffici, con un vantaggio di mescola di 6-8 decimi su Perez che montava le medie.
Ma lo spagnolo girava con più benzina, dunque la differenza sarebbe minima. La Red Bull comunque non cercava la prestazione (avendo già in mano i numeri monstre raccolti da Max mercoledì al debutto), il messicano ha continuato una serie di prove tecniche, fra le quali il collaudo dei dischi in carbonio della Brembo (elementi già utilizzati dalla Ferrari). Ma al di là dei tatticismi, dei dati da prendere con le pinze nei test, è emersa una Rossa solida e rapida nel ritmo di gara, pare si sia capito come far lavorare le gomme. Carlos e Charles hanno macinato 141 giri (763 km) e il principino ne avrebbe percorsi di più se non avesse colpito un tombino sollevato dal futuro compagno di squadra, Hamilton (3° tempo).
Il contrattempo ha imposto uno stop della sessione per un’ora, ha costretto i meccanici a cambiare il fondo vettura (a Las Vegas a Sainz era andata molto peggio), ma non ha tolto il sorriso a Leclerc. «Il feeling con la macchina è buono, è molto più facile e prevedibile. L’anno scorso a questo punto non sapevamo dove andare, come si sarebbe comportante la monoposto a ogni curva, ora invece la direzione è chiara». Charles però non vuole alimentare illusioni: «La Red Bull è ancora il riferimento, secondo quanto ho potuto vedere in pista».
Un assaggio della differenza si avrà oggi, quando il ferrarista e il campione del mondo simuleranno i giri da qualifica. Ogni settore sarà scrutinato, come avviene per ogni movimento di Christian Horner, ieri presente alla conferenza Fia dei team principal, un appuntamento istituzionale. «Non posso parlare dell’inchiesta, spero che si risolva presto». È stato attaccato frontalmente dall’ad della McLaren Racing, Zak Brown: «Si faccia chiarezza, certi voci creano un danno a tutta la F1». Il rumore dei nemici.