L’allarme dell’intelligence: canali filorussi attivi in Italia
La direttrice Belloni: «Nel 2024 andranno al voto 76 nazioni, ci sono rischi di interferenze»
Quasi 200 pagine di relazione, un viaggio nel mondo che cambia — la crisi mediorientale, il conflitto russoucraino, gli scenari geostrategici in Africa, Asia, dai Balcani all’Indopacifico, il cambiamento climatico e i flussi migratori — visto da chi deve garantire la sicurezza dell’Italia dentro e fuori i suoi confini. Non solo quelli materiali, ma anche quelli ibridi. «L’intelligence — rivela il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega per la sicurezza della Repubblica Alfredo Mantovano durante la presentazione della relazione annuale dei Servizi — si è occupata di sei canali social filorussi che hanno tentato di raccontare le proteste degli agricoltori nel nostro Paese provando ad accreditare l’idea, assolutamente infondata, che fossero collegate al sostegno dell’Italia all’Ucraina. Si è trattato di un tentativo goffo che si è ridotto in un flop, ma fornisce l’idea della concretezza della sfida che dobbiamo affrontare».
Del resto, come si legge nel documento, proprio la Russia viene considerato il primo Paese impegnato in campagne ibride «in danno dell’Italia e dell’Occidente intero», e ha anche svolto propaganda per «inquinare l’informazione verso il grande pubblico sull’andamento dei prezzi dell’energia» con lo scopo di ostacolare le iniziative italiane ed europee di diversificazione energetica e di introduzione del price cap sul gas russo. A preoccupare però sono gli appuntamenti che attendono il nostro Paese, primi fra tutti la presidenza del G7 e le elezioni europee. Non saranno gli unici. «Nel 2024 — avverte l’ambasciatrice Elisabetta Belloni, direttore del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza — 76 nazioni, pari alla metà della popolazione mondiale, andranno al voto e ci sono rischi di interferenze e condizionamenti dei processi elettorali attraverso la minaccia ibrida». Per questo, riprende Mantovano, «compito dell’intelligence non deve essere e non sarà mai ovviamente esercitare il controllo delle idee pubblicate online, anche di quelle estreme. Ciò su cui i Servizi concentrano l’attenzione è la verifica della genuinità dei processi, la tracciabilità delle informazioni postate e l’autenticità dei profili social che producono e rilanciano». Dalla relazione emerge anche l’aumento della presenza russa e soprattutto cinese in Africa,
al centro del nuovo Piano Mattei italiano: «Piuttosto che preoccuparci di ciò che la Cina fa verso l’Italia, la Ue e l’Africa, dovremmo occuparci di qual è il nostro atteggiamento», sottolinea ancora il sottosegretario, per il quale «se il Fondo monetario internazionale nega prestiti consistenti alle nazioni africane perché pretende, come precondizione, il rispetto dei diritti umani secondo ottiche non del tutto oggettive, non c’è da meravigliarsi se i governanti degli Stati africani si rivolgono al partner cinese che non pone, almeno nell’avvio, alcuna precondizione».
La relazione
La relazione annuale dei Servizi punta l’attenzione sulle minacce ibride