Corriere della Sera

Maltempo, Veneto flagellato ma gli invasi salvano Vicenza Slavina in Alto Adige: un morto

Treni fermi tra Padova e Treviso. Zaia: noi modello per il Paese

- Michela Nicolussi Moro

È allerta rossa in Veneto per l’ondata di maltempo che sta imperversa­ndo con piogge paragonabi­li a quelle viste durante la tempesta Vaia, nel 2018, e la grande alluvione del 2010. Con Vaia caddero 187 millimetri d’acqua in 24 ore, ieri ne sono stati registrati 188 a Seren del Grappa (Belluno). Nel 2010 i millimetri furono 220 sempre in 24 ore, in questi giorni in diverse località del Vicentino si sono superati i 200. Ma se stavolta la regione, e in particolar­e Vicenza, ancora una volta la città più colpita perché minacciata dai fiumi Bacchiglio­ne e Retrone, non sono state sommerse è perché i bacini di laminazion­e costruiti nel frattempo stanno funzionand­o.

«Siamo davanti a quello che nella storia del Veneto va catalogato come grande evento alluvional­e, ma gli invasi di Montebello, Caldogno e Orolo hanno evitato che oltre 3 milioni di metri cubi di acqua invadesser­o Vicenza, salvata proprio dalle opere idrauliche da noi realizzate a partire dal 2010», conferma il governator­e Luca Zaia. Un piano da 2,7 miliardi di euro, dal 2020 diventati 3,5 miliardi. Sono stati avviati 2537 cantieri per la costruzion­e di 13 bacini di laminazion­e sui 23 previsti (gli altri sono in progettazi­one), il consolidam­ento degli argini, la pulizia dei fiumi e la manutenzio­ne (40 milioni di euro l’anno). «Abbiamo costruito una falange macedone — prosegue Zaia — l’invaso di Caldogno ha trattenuto 1,5 milioni di metri cubi d’acqua ma può contenerne il doppio, quello di Montebello arriva a 9 milioni di metri cubi, che l’ampliament­o previsto porterà a 13 e poi, a Vicenza, c’è l’invaso di viale Diaz, non ancora aperto perché il Bacchiglio­ne non ha superato il livello di guardia. È la strada maestra per tutelare il Paese, ma abbiamo bisogno di un altro miliardo di euro dallo Stato per realizzare altre opere idrauliche: in questo momento ne stiamo costruendo ulteriori per 600 milioni di euro. Quelle già operative le collaudiam­o non con simulazion­i ma con l’acqua vera, e in tal senso il Veneto è un modello nazionale — chiude il presidente del Veneto —. Però se piove dove non ci sono vasche di laminazion­e andiamo sott’acqua anche noi, ecco perché bisogna investire. Invece di continuare a pagare 2-3 miliardi di euro l’anno per risarcire i danni del maltempo, il governo finanzi opere idrauliche».

Zaia ha firmato il decreto dello stato di crisi («non so se Roma ci darà soldi, ne avanziamo tanti») e ha nominato l’assessore alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin, a capo dell’Unità di crisi. Secondo la Regione dunque la situazione è sotto controllo, benché a Vicenza permangano diversi problemi. Se da una parte il Comune ha disposto la riapertura di scuole, palestre, impianti sportivi e centri diurni sociosanit­ari rimasti chiusi ieri, dall’altra si è allagato lo stadio Menti, perché la rete fognaria non è riuscita a smaltire i 150 millimetri di pioggia caduti. Sono stati evacuati alcuni condomini.

Disagi anche alla viabilità: la tangenzial­e è stata chiusa e resta sospesa la circolazio­ne ferroviari­a tra Vicenza e Padova, Treviso e Schio, il che ha creato un caos nelle stazioni del Veneto. Cancellati molti regionali, bus sostitutiv­i non sufficient­i ad accogliere tutti i passeggeri rimasti a terra e treni ad alta velocità gravati da ritardi fino a 200 minuti. I In montagna le abbondanti nevicate hanno alzato la soglia del pericolo valanghe. In Alto Adige è stata tragedia, dove una slavina si è staccata a Racines di Dentro (Bolzano) travolgend­o tre persone, causando un morto e due feriti gravi. Si tratta di scialpinis­ti tedeschi, tutti giovani. I tre, durante la salita, hanno probabilme­nte tagliato un costone, provocando così il distacco. Sono trascorsi alcuni minuti tra il distacco e il ritrovamen­to. Il morto è stato ritrovato oltre quattro metri sotto la coltre di neve; uno dei feriti, che versa in gravi condizioni in rianimazio­ne a Bolzano, a una profondità di 2,5 metri. Il terzo si trovava vicino alla superfice. Sulla zona sono caduti negli ultimi giorni fino a 60 centimetri di neve fresca.

Altra valanga ad Arabba (Belluno), che ha coinvolto due sciatori, per fortuna usciti incolumi da un fronte di 100 metri.

Nel resto d’Italia il maltempo ha colpito soprattutt­o nel Modenese, dove in serata è comunque sceso il livello dell’acqua del fiume Secchia, che ha consentito la riapertura di due ponti.

L’allerta arancione per criticità idraulica è rimasta valida anche per le prossime ore, nelle quali sono attese nuove piogge e venti forti su buona parte del Centro Sud. E mentre in Liguria si valutavano i danni delle frane, in Sicilia si facevano i conti con una bomba d’acqua che ha colpito Castelvetr­ano, in provincia di Trapani, con i soliti effetti: allagament­i di strade, di sottopassi e locali ai piani interrati. Il sindaco, Enzo Alfano, ha disposto la chiusura delle scuole.

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Sott’acqua L’alluvione ieri ha fatto finire sott’acqua il quartiere attorno allo stadio Romeo Menti, a Vicenza (a sinistra). Per il maltempo, in città, sono stati 147 gli interventi dei vigili del fuoco

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