Rueda, la Galizia e la lezione sarda
Elezioni regionali, partite difficili per i governi nazionali. Sconfitto in Sardegna, dove il voto disgiunto ha punito la scelta poco trasparente di un candidato sbagliato, il centrodestra italiano (se vuole) può sognare la Galizia. In questo feudo storico del Partito popolare spagnolo tutto è filato liscio con la vittoria dell’uomo della continuità. Parliamo di Alfonso Rueda, a lungo «numero due» di Alberto Núñez Feijóo, del quale ha preso il posto due anni fa quando l’ex presidente della «Xunta» si è trasferito a Madrid per guidare l’opposizione, provando senza successo a sfrattare il leader socialista Pedro Sánchez dal Palazzo della Moncloa. Se ci riuscirà, prima o poi, nella squadra ci sarà anche il suo delfino di Pontevedra.
Lo stile di Rueda, osserva El Mundo, consiste in qualcosa che sembra quasi un gioco di parole: «Non fare niente di quello che non faceva quando non era presidente, e continuare a fare ciò che faceva prima di diventarlo». Normalità a tutti costi, insomma, per un politico di professione, laureato in Giurisprudenza all’università di Santiago di Compostela, che si è fatto le ossa in Novas Xeracións, l’organizzazione giovanile popolare, per diventare poi segretario generale del partito in Galizia, deputato, primo «vice» dell’amministrazione regionale. La sua massima preferita l’ha rubata a Salvador Dalí: «Tutto mi modifica ma niente mi cambia».
In effetti il cambiamento non è arrivato. Il discepolo dell’ex premier Rajoy (altro galiziano) è riuscito a conservare il 18 febbraio la maggioranza assoluta (perdendo solo due seggi) e potrà governare con tranquillità. L’irrilevante presenza dei nostalgici di Vox (2,19%) sarà un problema di meno. Certo, questa regione così legata alla sua autonomia, alla sua cultura e alla sua lingua fa storia a sé, come dimostra anche il brillante risultato (31,57%) ottenuto dal Blocco Nazionalista, federazione di partiti e movimenti di sinistra, che ha doppiato i voti socialisti. Sánchez ne ha preso atto, ma ora ha questioni più urgenti da risolvere, come il «caso Koldo» sulle accuse di commissioni illegali per l’acquisto di materiale sanitario durante il Covid. L’intenzione è quella di andare avanti, con la consueta capacità di resistenza. Intanto Feijóo e
Rueda aspettano.