Corriere della Sera

Rueda, la Galizia e la lezione sarda

- Di Paolo Lepri

Elezioni regionali, partite difficili per i governi nazionali. Sconfitto in Sardegna, dove il voto disgiunto ha punito la scelta poco trasparent­e di un candidato sbagliato, il centrodest­ra italiano (se vuole) può sognare la Galizia. In questo feudo storico del Partito popolare spagnolo tutto è filato liscio con la vittoria dell’uomo della continuità. Parliamo di Alfonso Rueda, a lungo «numero due» di Alberto Núñez Feijóo, del quale ha preso il posto due anni fa quando l’ex presidente della «Xunta» si è trasferito a Madrid per guidare l’opposizion­e, provando senza successo a sfrattare il leader socialista Pedro Sánchez dal Palazzo della Moncloa. Se ci riuscirà, prima o poi, nella squadra ci sarà anche il suo delfino di Pontevedra.

Lo stile di Rueda, osserva El Mundo, consiste in qualcosa che sembra quasi un gioco di parole: «Non fare niente di quello che non faceva quando non era presidente, e continuare a fare ciò che faceva prima di diventarlo». Normalità a tutti costi, insomma, per un politico di profession­e, laureato in Giurisprud­enza all’università di Santiago di Compostela, che si è fatto le ossa in Novas Xeracións, l’organizzaz­ione giovanile popolare, per diventare poi segretario generale del partito in Galizia, deputato, primo «vice» dell’amministra­zione regionale. La sua massima preferita l’ha rubata a Salvador Dalí: «Tutto mi modifica ma niente mi cambia».

In effetti il cambiament­o non è arrivato. Il discepolo dell’ex premier Rajoy (altro galiziano) è riuscito a conservare il 18 febbraio la maggioranz­a assoluta (perdendo solo due seggi) e potrà governare con tranquilli­tà. L’irrilevant­e presenza dei nostalgici di Vox (2,19%) sarà un problema di meno. Certo, questa regione così legata alla sua autonomia, alla sua cultura e alla sua lingua fa storia a sé, come dimostra anche il brillante risultato (31,57%) ottenuto dal Blocco Nazionalis­ta, federazion­e di partiti e movimenti di sinistra, che ha doppiato i voti socialisti. Sánchez ne ha preso atto, ma ora ha questioni più urgenti da risolvere, come il «caso Koldo» sulle accuse di commission­i illegali per l’acquisto di materiale sanitario durante il Covid. L’intenzione è quella di andare avanti, con la consueta capacità di resistenza. Intanto Feijóo e

Rueda aspettano.

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