Milan, gol col rosso
Batte la Lazio che chiude in 8 Tre espulsi e polemiche Okafor sblocca la situazione Lotito: «Superato il limite» Pioli: «Sfruttati i loro errori»
ROMA La coda del Diavolo. Ancora una volta. Come a Udine, come a Frosinone. Il momento chiave è l’88’, quando il neoentrato Okafor spedisce al tappeto la Lazio con un piattone vincente da due passi, a chiudere l’ennesimo assalto della ripresa alla porta di Provedel, la stessa dell’iconico gol di Tonali che nel 2022 aprì la strada verso lo scudetto rossonero. Quinta rete stagionale per l’aggiustatutto svizzero, il riservista già decisivo in Friuli nel 3-2 a 93’, buttato dentro pochi minuti prima da Pioli come carta della disperazione, mentre l’olimpico è un saloon. Il Milan (la squadra che ha segnato più gol con i subentrati in tutta Europa, 13) tira un sospiro di sollievo in fondo a una serata difficile, nella quale forse non avrebbe meritato di vincere, ma che gli permette di mettere fine al blackout di tre gare senza successi. Dopo le parole forti di Cardinale al forum del Financial Times («Tutto deve cambiare, anzi evolvere»), serviva una reazione. E alla fine è arrivata, almeno nel risultato.
Anche da parte di Pioli, che dopo aver giocato un duello nel duello anche dialettico col collega Sarri per tutta la gara, alla fine può sorridere: «Partita nervosa, poco ritmo nel primo tempo, ma nel secondo abbiamo fatto meglio e sfruttato gli errori degli avversari. La proprietà? Deve fare le sue valutazioni». La Lazio ha chiuso in 8, per i rossi nella ripresa a Pellegrini, Marusic e Guendouzi, gli ultimi due nel recupero. I biancocelesti restano inchiodati a -8 dal 4° posto. La furia di Lotito contro l’abitro Di Bello: «Limite oltrepassato, qui manca l’affidabilità del sistema, si deve vincere per merito. Ci faremo valere nelle sedi preposte».
Nella testa di Lazio e Milan c’era inevitabilmente l’europa: la stagione passa di là. La prossima settimana rappresenterà per entrambe un crocevia decisivo, con i rossoneri che giovedì a San Siro nell’andata con lo Slavia Praga dovranno provare a blindare la qualificazione ai quarti di Europa League, mentre due giorni prima, martedì, toccherà ai biancocelesti tentare l’impresa a Monaco contro il Bayern, provando a difendere con le unghie e con i denti l’1-0 dell’andata. Non sarà facile, ma Sarri non intende giustamente lasciare nulla d’intentato, infatti sceglie a sorpresa di risparmiare almeno all’inizio il 34enne Immobile. Pioli punta invece dritto sui suoi uomini migliori. La missione è chiara: invertire la rotta. Sotto gli occhi di Ibrahimovic, sempre più dentro al progetto Redbird, il Diavolo prova subito a fare la partita.
L’arma tattica di Bennacer sulla linea dei trequartisti stavolta però non funziona. Florenzi e Maignan pasticciano su un retropassaggio, col portiere che finisce per abbattere Castellanos: Sarri è una furia, ma per arbitro e Var non è rigore. L’olimpico s’incendia. Zaccagni e Guendouzi sfondano, il centrocampo milanista invece arranca. Meglio nella ripresa, anche perché la Lazio resta in dieci per doppia ammonizione di Pellegrini, ingenuo nello strattonare Pulisic in un’azione confusa con Castellanos a terra. Sarri si chiude in difesa per custodire il pari, la gara diventa un assalto alla porta laziale. Succede di tutto. Okafor sbaglia da due passi, idem Immobile. Leao no, ma è fuorigioco.
A due minuti dalla fine, prima delle espulsioni di Marusic e Guendouzi, ecco però la solita coda del Diavolo, prima della rissa finale. In tutto saranno 11 ammoniti e 3 espulsi: troppi.