Corriere della Sera

Milan, gol col rosso

Batte la Lazio che chiude in 8 Tre espulsi e polemiche Okafor sblocca la situazione Lotito: «Superato il limite» Pioli: «Sfruttati i loro errori»

- Di Carlos Passerini

ROMA La coda del Diavolo. Ancora una volta. Come a Udine, come a Frosinone. Il momento chiave è l’88’, quando il neoentrato Okafor spedisce al tappeto la Lazio con un piattone vincente da due passi, a chiudere l’ennesimo assalto della ripresa alla porta di Provedel, la stessa dell’iconico gol di Tonali che nel 2022 aprì la strada verso lo scudetto rossonero. Quinta rete stagionale per l’aggiustatu­tto svizzero, il riservista già decisivo in Friuli nel 3-2 a 93’, buttato dentro pochi minuti prima da Pioli come carta della disperazio­ne, mentre l’olimpico è un saloon. Il Milan (la squadra che ha segnato più gol con i subentrati in tutta Europa, 13) tira un sospiro di sollievo in fondo a una serata difficile, nella quale forse non avrebbe meritato di vincere, ma che gli permette di mettere fine al blackout di tre gare senza successi. Dopo le parole forti di Cardinale al forum del Financial Times («Tutto deve cambiare, anzi evolvere»), serviva una reazione. E alla fine è arrivata, almeno nel risultato.

Anche da parte di Pioli, che dopo aver giocato un duello nel duello anche dialettico col collega Sarri per tutta la gara, alla fine può sorridere: «Partita nervosa, poco ritmo nel primo tempo, ma nel secondo abbiamo fatto meglio e sfruttato gli errori degli avversari. La proprietà? Deve fare le sue valutazion­i». La Lazio ha chiuso in 8, per i rossi nella ripresa a Pellegrini, Marusic e Guendouzi, gli ultimi due nel recupero. I biancocele­sti restano inchiodati a -8 dal 4° posto. La furia di Lotito contro l’abitro Di Bello: «Limite oltrepassa­to, qui manca l’affidabili­tà del sistema, si deve vincere per merito. Ci faremo valere nelle sedi preposte».

Nella testa di Lazio e Milan c’era inevitabil­mente l’europa: la stagione passa di là. La prossima settimana rappresent­erà per entrambe un crocevia decisivo, con i rossoneri che giovedì a San Siro nell’andata con lo Slavia Praga dovranno provare a blindare la qualificaz­ione ai quarti di Europa League, mentre due giorni prima, martedì, toccherà ai biancocele­sti tentare l’impresa a Monaco contro il Bayern, provando a difendere con le unghie e con i denti l’1-0 dell’andata. Non sarà facile, ma Sarri non intende giustament­e lasciare nulla d’intentato, infatti sceglie a sorpresa di risparmiar­e almeno all’inizio il 34enne Immobile. Pioli punta invece dritto sui suoi uomini migliori. La missione è chiara: invertire la rotta. Sotto gli occhi di Ibrahimovi­c, sempre più dentro al progetto Redbird, il Diavolo prova subito a fare la partita.

L’arma tattica di Bennacer sulla linea dei trequartis­ti stavolta però non funziona. Florenzi e Maignan pasticcian­o su un retropassa­ggio, col portiere che finisce per abbattere Castellano­s: Sarri è una furia, ma per arbitro e Var non è rigore. L’olimpico s’incendia. Zaccagni e Guendouzi sfondano, il centrocamp­o milanista invece arranca. Meglio nella ripresa, anche perché la Lazio resta in dieci per doppia ammonizion­e di Pellegrini, ingenuo nello strattonar­e Pulisic in un’azione confusa con Castellano­s a terra. Sarri si chiude in difesa per custodire il pari, la gara diventa un assalto alla porta laziale. Succede di tutto. Okafor sbaglia da due passi, idem Immobile. Leao no, ma è fuorigioco.

A due minuti dalla fine, prima delle espulsioni di Marusic e Guendouzi, ecco però la solita coda del Diavolo, prima della rissa finale. In tutto saranno 11 ammoniti e 3 espulsi: troppi.

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La palla calciata dal milanista Okafor supera il portiere della Lazio Provedel. Per i rossoneri una vittoria importante, per i biancocele­sti una serata da dimenticar­e
(Lapresse) Battuto La palla calciata dal milanista Okafor supera il portiere della Lazio Provedel. Per i rossoneri una vittoria importante, per i biancocele­sti una serata da dimenticar­e

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