Stati e imprese, un debito di 100 mila miliardi
La Bce: tassi fermi, ma cala l’inflazione. Lagarde: aspettiamo i dati di giugno
Il debito mondiale è salito ancora, fino a sfiorare i 100 mila miliardi di dollari, «una quota comparabile a quella del Pil globale». Sono le stime dell’ocse, che ha sommato il debito pubblico degli Stati e quello dei bond delle aziende. In Italia entro il 2026 andrà in scadenza il 33% delle obbligazioni. Nelle stesse ore in cui venivano pubblicati i dati, la Banca centrale europea ha spiegato che a fine anno terminerà i reinvestimenti dei titoli in scadenza — Btp inclusi — nell’ambito del programma Pepp. Acquisisce quindi ulteriore importanza l’appello dell’ocse «a orientare più precisamente la spesa pubblica sugli investimenti che aiutano una crescita duratura», come ha spiegato il segretario generale Mathias Cormann. Non mancano certo le buone notizie — come il calo dello spread Btp/bund ai minimi da due anni e le stime di una discesa nel rapporto tra spesa per gli interessi e Pil — ma resta un fattore cruciale l’attenzione alla sostenibilità del debito, che vuol dire anche stabilità finanziaria e crescita economica, soprattutto quando il costo del denaro resta alto. «Non abbiamo parlato di taglio dei tassi — ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, dopo l’incontro di ieri all’eurotower — abbiamo solo iniziato a discutere di arretrare la politica restrittiva. Ci servono più dati». La Bce ha tagliato le stime di inflazione e crescita, pur parlando di «ripresa graduale del Pil nel corso del 2024», ma per il calo del costo del denaro bisogna attendere nuovi dati sui prezzi tra aprile e giugno, mentre negli Usa la Fed sembra più vicina a un taglio dei tassi. Intanto in Italia il caro-mutui continua a colpire la casa: le compravendite residenziali nel 2023 sono scese del 10% (Agenzia delle Entrate). L’euribor, a cui sono ancorati molti mutui variabili, ha iniziato una lenta discesa. Ma per ora non basta.