Corriere della Sera

«In auto ho percorso 35 mila chilometri Più facile unire tutti dopo 5 anni di disastri»

- Di Claudio Bozza

MILANO «Solo in auto ho percorso 35 mila chilometri. Ho girato la mia terra in lungo e in largo. Ce l’ho messa tutta».

E ora?

«La sòrt è ccòma une se le fa, che in abruzzese significa la sorte è quella che uno si fa. Più aulicament­e: ognuno è artefice del proprio destino».

Professor Luciano D’amico: Abruzzo caput mundi della politica. Lo avrebbe mai detto?

«No, ma credo che il significat­o delle Regionali in Abruzzo vada già oltre. La larga coalizione che mi sostiene dimostra che è possibile garantire un’alternativ­a a queste destre, indipenden­temente da come andrà qui».

Dopo la vittoria del Campo largo in Sardegna, quanto è forte la pressione per questa «remuntada»?

La sanità abruzzese è in condizioni drammatich­e, siamo terzultimi in Italia per qualità dei servizi Se eletto il mio primo atto sarà il ritiro simbolico dall’autonomia differenzi­ata

«Relativame­nte, perché in Abruzzo prima i partiti hanno condiviso un programma, e solo dopo è arrivato il nome del candidato».

Unire Pd, M5S, Azione e persino i renziani. Lei è riuscito in un miracolo politico, come ha fatto?

«Il centrodest­ra mi ha aiutato molto, questi 5 anni di governo hanno prodotto risultati disastrosi. Così è stato più semplice unire le forze per ripartire, condividen­do un piano di rilancio e cambiament­o».

Però anche lei, come Todde in Sardegna, non ha voluto i leader nazionali sul palco per il comizio finale. Non è un paradosso?

«Sono orgoglioso di essere stato su tanti palchi con loro. E sarei stato felice di fare altrettant­o per la chiusura. Ma abbiamo preferito non fare passerelle elettorali».

il suo avversario

Un aggettivo per Marsilio?

«Lo conosco talmente poco che non saprei».

Anche lei gli contesta di fare il governator­e da Roma?

«No. Io gli contesto di averlo fatto male. La sanità versa in condizioni drammatich­e: siamo terzultimi per qualità dei servizi».

A lei contestano di essere stato proposto dai «signori delle tessere del Pd»...

«A dire la verità, il mio nome la prima volta è arrivato dal M5S. Poi sono arrivati gli altri».

La prima cosa che farebbe da governator­e? «Simbolicam­ente ritirerò l’adesione all’autonomia differenzi­ata, aumenta le disparità tra Regioni».

Joe Biden o Donald Trump?

«Biden, naturalmen­te».

Beh, Giuseppe Conte occhieggia un po’ di qua e un po’ di là...

(Il professore sorride, ndr) «Viva il lupo!».

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