Corriere della Sera

«L’atterraggi­o a Torino in canottiera e calzoni corti»

- Vittorio Di Santo

Vorrei condivider­e un episodio delle memorie di mio padre Giuseppe durante il corso d’addestrame­nto, all’aeroporto di Mirafiori, per diventare pilota da caccia. Scrive: «Il 25 agosto 1936, in volo in coppia su due CR.32 con il Serg. Magg. Bandini che fungeva da istruttore, ci siamo diretti verso il monte Rosa a quota 1.500 metri. All’improvviso il motore del mio aereo ha cominciato a “singhiozza­re” e a fumare. L’aereo dell’istruttore si è subito affiancato sulla mia destra, poi si è messo davanti imponendom­i di planare e di continuare a smanettare col motore nella speranza che riprendess­e il suo ritmo. Invece il motore continuava a fumare fino a quando si è spento con l’elica “in croce”. Per un istante mi sono visto spacciato. L’istruttore davanti a me planava sempre più dirigendos­i verso la periferia di Torino, guidandomi verso l’inizio di Corso Francia, un grande viale alberato dove lateralmen­te passano i tram e nel mezzo le auto. Visto che avevo centrato perfettame­nte la direzione del viale, l’istruttore mi fece segno di scendere. Posai le ruote a terra alla “vaselina” fino a quando, dopo una corsa che mi sembrò interminab­ile l’aereo s’arrestò con una emozione che non dimentiche­rò mai. Più fortuna di così non avrei potuto avere dato che in quel momento nessun veicolo stava transitand­o. Rimasi immobile nell’abitacolo mentre la gente si avvicinava. Ero incerto se uscire dall’aereo dato che non indossavo la divisa. Ero in canottiera e con i calzoni corti. Giunsero due carabinier­i per accompagna­rmi in auto all’aeroporto mentre il mio istruttore sorvolava la zona per assicurars­i che tutto fosse andato bene».

Il nostro lettore riferisce un racconto del padre pilota da caccia tratto dal suo diario. L’episodio, datato 25 agosto 1936, si è svolto durante l’addestrame­nto

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