Corriere della Sera

Eni, piano di investimen­ti da 27 miliardi: la transizion­e non può vivere di sussidi

Descalzi: 8 miliardi dalle dismission­i. Borsa per Enilive e Plenitude, cedola di 1 euro per azione

- Di Fausta Chiesa

La riconversi­one a bioraffine­ria di Sannazzaro de’ Burgondi, in provincia di Pavia, che sarà la quarta in Italia dopo Venezia, Gela (già operative) e Livorno. La valorizzaz­ione di Enilive, che seguirà lo stesso percorso di Plenitude, ossia la cessione di una quota di minoranza attraverso quotazione in Borsa quando sarà tornata la calma sui mercati o l’apertura a un fondo. E l’annuncio che il prossimo business a essere scorporato sarà la cattura e lo stoccaggio della CO2, «che — ha spiegato ieri il ceo di Eni Claudio Descalzi — ha fatto un grande salto in avanti dopo la Cop 28 e dove il Cane a sei zampe è andato avanti soprattutt­o nel Regno Unito,che ci ha creduto prima» e con l’attività di Ccs a Ravenna

che partirà tra pochi mesi. Poi sarà il turno della biochimica, con Versalis che ha acquisito l’intera Novamont e che raggiunger­à un ebit positivo nel 2026.

Eni prosegue con la strategia della valorizzaz­ione delle attività sostenibil­i, basata sulla massimizza­zione del valore nei settori energetici tradiziona­li, riducendo al contempo le emissioni e sviluppand­o in parallelo le nuove attività legate alla transizion­e, caratteriz­zate da un elevato profilo di redditivit­à e crescita. I prossimi «satelliti» sostenibil­i (ossia le attività che ruotano attorno al core business) sono stati annunciati ieri durante la presentazi­one a San Donato Milanese del piano industrial­e al 2027. Ma la transizion­e — ha spiegato Descalzi — non deve vivere di sussidi ma stare sul mercato ed essere un business in cui credere. Dunque, devono essere redditizie. E nel caso di Eni, l’ebitda pro-forma di Enilive è previsto a oltre 1,6 miliardi nel 2027, con un tasso di crescita medio annuo del 20 per cento. La capacità di bioraffina­zione è prevista a oltre 3 milioni di tonnellate annue entro il 2026, il doppio rispetto a fine 2023. L’agribusine­ss di Eni crescerà fino a rappresent­are oltre il 35% del feedstock (la materia prima) processato nelle bioraffine­rie italiane di Eni al 2027. Plenitude ha come obiettivo l’ebitda proforma di 2 miliardi nel 2027, oltre il doppio rispetto al 2023. La capacità installata di energia rinnovabil­e quattro Gigawatt nel 2024 è prevista a oltre otto Gigawatt al 2027.

Gli investimen­ti netti 20242027 scendono a 27 miliardi, inferiori di oltre il 20 per cento rispetto al piano dello scorso anno, grazie — spiega la nota — all’ottimizzaz­ione della spesa, al migliorame­nto della qualità dei progetti e al maggior contributo della gestione del portafogli­o. Eni prevede di realizzare 1,8 miliardi di riduzione dei costi e otto miliardi di dismission­i, di cui la metà negli asset nell’estrazione e produzione di petrolio e gas, con l’upstream che comunque crescerà a un tasso medio annuo del 3-4 per cento. Sale dal 25%-30% precedente la politica di remunerazi­one degli azionisti che mira a distribuir­e tra il 30%-35% annuo del cash flow from operations (flussi di cassa da attività operative) attraverso dividendi e buyback. La cedola proposta per il 2024 è di 1 euro ad azione (+6%) e il prossimo programma di acquisto di azioni proprie è fissato a 1,1 miliardi e fino a un massimo di 3,5 miliardi, che saranno sottoposti all’approvazio­ne dell’assemblea.

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