Spazio, tempo, passioni: esprimersi in cucina
L’ambiente perfetto? Conta il valore che diamo al cibo L’esperienza di «Cook»: la tecnologia fa risparmiare
Se per una volta provassimo a immaginare la cucina non solo come spazio ma come tempo, forse la nostra percezione cambierebbe. Un tempo declinato in diverse forme (i puristi della fisica ci concederanno questa licenza): il tempo che dedichiamo alla preparazione dei piatti, e che determina anche l’identità della nostra cucina, a seconda che ci piaccia o no cucinare; e quello che possiamo risparmiare o usare per sperimentare, se invece cucinare è una passione. Non esiste una cucina perfetta, né una forma di cucina perfetta. La determina la nostra percezione e il valore che diamo al cibo. Gli spazi della nostra casa. E la nostra attitudine. Esistono però degli accorgimenti che possono rendere questo luogo molto più funzionale.
Noi di «Cook», la redazione food del Corriere della Sera, ci cimentiamo quotidianamente con questi aspetti. Certo, la nostra percezione può essere considerata in qualche modo «distorta», perché abbiamo a che fare con persone che del cibo hanno fatto la loro vita e missione. E che alla cucina dedicano quindi il loro tempo. E cercano anche di ottimizzarlo. Un approccio che però possiamo anche avere nelle nostre case. Quello che vediamo, anche incontrando i produttori, è che sempre di più le cucine vengono «ricamate» a misura sulle persone e sulle loro esigenze e visioni. E sugli stili di vita. Ci aiuta la tecnologia, della quale non si deve diffidare, perché può aprire mondi e scenari inaspettati e anche la voglia di esplorare e di iniziare una sorta di percorso di cambiamento culturale, che può portare ad disporre di strumenti che finora non avevamo, forse, mai considerato. Così, ad esempio, si possono integrare nelle cucine abbattitori, macchine per il sottovuoto, forni a vapore combinato, roner, cappe di ultima generazione.
Attrezzature che spesso consideriamo solo legate alla ristorazione professionale e che invece non solo possono entrare nelle cucine di casa, ma possono influire in modo deciso sul nostro tempo, consentendo preparazioni per periodi più lunghi, che mantengono intatte le loro proprietà e possono essere «rigenerate» quando ne abbiamo bisogno. Poi sì, a volte resta da verificare il tema dei prezzi, ma un più alto costo di ingresso può portare a un risparmio sul lungo periodo, sia dal punto di vista degli sprechi che della manutenzione. Oltre che, appunto, del tempo.
E gli spazi? «L’organizzazione della cucina è fondamentale», spiega Peter Brunel, chef dell’omonimo ristorante ad Arco (Tn), una stella Michelin e vero cultore del cibo e del design funzionale in cucina. Consigli? «Ottimizzare. Cercare di avere più spazio possibile sul piano di appoggio, che deve essere libero. Avere un lavello molto grande. Liberare gli spazi da accumuli, ad esempio piccoli elettrodomestici, che invece sarebbe bene integrare. Lavorare sui sistemi di cottura. Io uso l’induzione. E la consiglio». Elementi che noi nel nostro lavoro rivediamo come costante nelle cucine di tutti
Cosa avere
Piani d’appoggio ampi e liberi, superfici e materiali performanti e facili da pulire
gli chef. Spazi liberi e ingredienti e strumenti di facile accesso, ben sistemati e ordinati nei cassetti. «Puntare poi su materiali che sono facili e veloci da pulire», aggiunge. Che si traduce in igiene e, ancora, tempo. Avere a portata di mano stampi, taglieri e coltelli (« i migliori sono quelli di ferro e acciaio»). E magari un lavello con un tritatutto. Anche gli spazi di movimento sono importanti, così come l’attenzione alla rumorosità («che a volte trascuriamo, può diventare un disturbo costante»).
E poi? Il design, perché si deve stare comodi mentre si cucina e la tecnologia, «che è importante ma serve di più la conoscenza delle materie prime e delle caratteristiche delle preparazioni, l’applicazione e la curiosità». Piccoli dettagli. Ma è così, forse, che spazio e tempo, nella nostra cucina, possono ritrovarsi come un’entità omogenea (e qui ci riconciliamo anche con i puristi della fisica).
La trasformazione Abbattitori, macchine per il sottovuoto, roner: i nuovi strumenti che cambiano le abitudini