Corriere della Sera

In Italia la sicurezza sarà rafforzata I timori di un’escalation globale

Il Viminale alza l’allerta su 250 potenziali bersagli La diplomazia Ue tra solidariet­à e preoccupaz­ione

- Fabrizio Caccia

C’è già la «massima allerta antiterror­ismo», ma non risultano «elementi» riguardo «iniziative ostili in preparazio­ne» da parte di gruppi jihadisti. Questo trapela dal Viminale, all’indomani della strage di Mosca e alla vigilia della riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, che domani a Roma metterà a punto l’innalzamen­to delle misure di vigilanza dei 250 «target» principali presenti sul nostro territorio: chiese cristiane e sinagoghe, ambasciate, ministeri, musei, centri commercial­i, catene di negozi, stazioni ferroviari­e e aeroporti.

Un focus particolar­e sarà dedicato alle attività di prevenzion­e in vista delle prossime vacanze di Pasqua, con migliaia di turisti in arrivo (attorno al Vaticano pattuglie a terra con armi in vista). Si teme soprattutt­o il «rischio emulazione» e la possibilit­à che gli «obiettivi sensibili» (oltre 10 mila, sottoposti a vigilanze di vario livello) vengano presi di mira dai «lupi solitari». Così sono già scattati (dal 7 ottobre, dopo l’attacco di Hamas a Israele) controlli concentric­i nelle piazze, con agenti in divisa e in borghese e l’impiego di personale esperto nel pilotare sistemi antidrone. E ancora: potenziati i team antiterror­ismo dei corpi speciali, verifiche a tappeto sugli ospiti di strutture alberghier­e, case vacanza e b&b e sui noleggi di veicoli.

I monitoragg­i (anche sui social) della galassia dell’estremismo islamico sono continui, con accertamen­ti su chi è entrato in Italia negli ultimi giorni e su chi si trova nei centri di accoglienz­a per migranti. Il lavoro dell’intelligen­ce si concentra sui soggetti già noti radicalizz­ati e sui 146 foreign fighter italiani (dato 2023), i combattent­i di ritorno da Siria e Libia, dall’ucraina e dalle repubblich­e separatist­e russe.

Intanto, la presidente della Commission­e Ue, Ursula von der Leyen, ha condannato «fortemente» l’attentato a Mosca, così come il segretario generale dell’onu, António Guterres e la portavoce della Nato, Farah Dakhlallah («Nulla può giustifica­re crimini così efferati»). «Fatichiamo a riprenderc­i dallo shock», dice l’ambasciato­re russo in Italia, Alexey Paramonov, mentre il segretario di Stato americano, Antony Blinken, parla di «crimine atroce»; il leader cinese Xi Jinping ha inviato le condoglian­ze a Putin e «solidariet­à al popolo russo» ha espresso il presidente francese Emmanuel Macron. Il premier polacco, Donald Tusk, teme per il futuro:«speriamo che l’attacco non sia il pretesto per un’escalation della violenza».

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