In Italia la sicurezza sarà rafforzata I timori di un’escalation globale
Il Viminale alza l’allerta su 250 potenziali bersagli La diplomazia Ue tra solidarietà e preoccupazione
C’è già la «massima allerta antiterrorismo», ma non risultano «elementi» riguardo «iniziative ostili in preparazione» da parte di gruppi jihadisti. Questo trapela dal Viminale, all’indomani della strage di Mosca e alla vigilia della riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, che domani a Roma metterà a punto l’innalzamento delle misure di vigilanza dei 250 «target» principali presenti sul nostro territorio: chiese cristiane e sinagoghe, ambasciate, ministeri, musei, centri commerciali, catene di negozi, stazioni ferroviarie e aeroporti.
Un focus particolare sarà dedicato alle attività di prevenzione in vista delle prossime vacanze di Pasqua, con migliaia di turisti in arrivo (attorno al Vaticano pattuglie a terra con armi in vista). Si teme soprattutto il «rischio emulazione» e la possibilità che gli «obiettivi sensibili» (oltre 10 mila, sottoposti a vigilanze di vario livello) vengano presi di mira dai «lupi solitari». Così sono già scattati (dal 7 ottobre, dopo l’attacco di Hamas a Israele) controlli concentrici nelle piazze, con agenti in divisa e in borghese e l’impiego di personale esperto nel pilotare sistemi antidrone. E ancora: potenziati i team antiterrorismo dei corpi speciali, verifiche a tappeto sugli ospiti di strutture alberghiere, case vacanza e b&b e sui noleggi di veicoli.
I monitoraggi (anche sui social) della galassia dell’estremismo islamico sono continui, con accertamenti su chi è entrato in Italia negli ultimi giorni e su chi si trova nei centri di accoglienza per migranti. Il lavoro dell’intelligence si concentra sui soggetti già noti radicalizzati e sui 146 foreign fighter italiani (dato 2023), i combattenti di ritorno da Siria e Libia, dall’ucraina e dalle repubbliche separatiste russe.
Intanto, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha condannato «fortemente» l’attentato a Mosca, così come il segretario generale dell’onu, António Guterres e la portavoce della Nato, Farah Dakhlallah («Nulla può giustificare crimini così efferati»). «Fatichiamo a riprenderci dallo shock», dice l’ambasciatore russo in Italia, Alexey Paramonov, mentre il segretario di Stato americano, Antony Blinken, parla di «crimine atroce»; il leader cinese Xi Jinping ha inviato le condoglianze a Putin e «solidarietà al popolo russo» ha espresso il presidente francese Emmanuel Macron. Il premier polacco, Donald Tusk, teme per il futuro:«speriamo che l’attacco non sia il pretesto per un’escalation della violenza».