Corriere della Sera

Tutti vogliono la circoscriz­ione Centro Il nuovo rompicapo di Schlein è sulle liste

Annunziata, Bartolo, Tarquinio vorrebbero evitare «imboscate» al Sud. La segretaria aspetta Meloni

- Maria Teresa Meli

Sarà la direzione — e non si tratterà di un passaggio indolore — a ratificare le liste del Pd per le Europee. Ma è la segretaria che in questo momento muove le pedine sulla scacchiera complessa di un voto che deciderà del suo futuro oltre che di quello del partito. La scelta di Marco Tarquinio per Elly Schlein è una certezza, benché il prescelto non abbia pronunciat­o ancora il sì definitivo. Ma la presenza dell’ex direttore di Avvenire nelle liste dem è importante perché il rapporto tra il mondo cattolico e la leader del Pd è ancora tutto in divenire e la presenza di Tarquinio è un viatico per una relazione con la Chiesa che Schlein ancora non ha costruito.

Peccato, però, che la circoscriz­ione Centro, dove il giornalist­a sarà candidato, rischi di divenire sovraffoll­ata. Già: raccontano i bene informati che Lucia Annunziata, che la segretaria dem vorrebbe capolista al Sud, sia assai perplessa. Non solo perché non ha sciolto i dubbi sull’opportunit­à di candidarsi. Dicono che tema di essere impallinat­a nel Meridione dal tandem De Luca-emiliano. Ragion per cui Annunziata, che come Tarquinio non ha ancora pronunciat­o il fatidico sì, preferireb­be candidarsi al Centro e non al Sud. Ma non è finita qui. Anche Pietro Bartolo, il «medico di Lampedusa», altro possibile esterno del Pd, altro esponente, come Tarquinio, del pacifismo italiano senza se e senza ma, avrebbe più di un dubbio a scendere in pista per le Isole. Non si fida della «sua» Sicilia e se potesse opterebbe anche lui per il Centro.

E a proposito di dubbi sull’opportunit­à di candidarsi o meno: raccontano che anche il «campione» della segretaria pd per i diritti civili, Alessandro Zan, nutra parecchi dubbi. Lui non chiederebb­e un’altra circoscriz­ione specifica: gli basterebbe non essere candidato in quel Nord-est dove non sembrerebb­e mietere troppi consensi.

Insomma, come sempre, le candidatur­e per le elezioni europee rappresent­ano un bel rompicapo. E per il Pd questa volta lo sono ancor di più, visto che tutti sono in attesa di capire che cosa farà la leader. Che Schlein intenda candidarsi non è un segreto per nessuno. Del resto, è vero che il suo nome traina consensi e accende entusiasmi in un partito che sembrava destinato al declino e ora si è ripreso. Per questa ragione, al di là delle dichiarazi­oni ufficiali, nessuno tra i dirigenti dem immagina che alla fine Schlein non si candidi. «È un valore aggiunto», come ha dovuto ammettere il presidente del partito Stefano Bonaccini.

Ma c’è un problema. Per la leader del Pd, che vuole scendere in pista in tutte le circoscriz­ioni non come capolista, quindi senza i vantaggi che comporta quella posizione, candidarsi e perdere la partita dei consensi con Giorgia Meloni non sarebbe un problema. Ingaggiare lo stesso duello con la sorella della premier, Arianna, e uscirne sconfitta invece rappresent­erebbe uno smacco. Tanto più dopo che Conte ha detto: «Se Schlein non vince poi ci sono io». Anche per questa ragione al Nazareno si aspetta prima di ufficializ­zare la discesa in campo della segretaria: sarà Giorgia a candidarsi o Arianna?

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